domenica 30 dicembre 2012

Un bilancio positivo per questo 2012...

Per la prima volta da tempo, voglio fare la seria.
Sì, EnneN per una volta smetti di dire cavolate e pensa in maniera adulta (che è anche ora, ragazza mia!) e inizia a fare questa lunga lista di PRO che hanno caratterizzato il 2012.
C'è da specificare che di solito quando arriva la fine dell'anno siamo tutti felici perchè è sempre stato uno schifo, così non vediamo l'ora di accogliere quello nuovo con la speranza che sia migliore... ma non lo è mai. Ammettiamolo. Qualcuno di voi può testimoniare che nel corso della sua vita non ha pensato questa cosa? Non credo.
Succede a tutti.
Ma  vi dirò con sincerità che se un anno fa mi avessero detto che il 2012 sarebbe stato un anno d'Oro (con la O maiuscola), sarei di certo scoppiata a ridere (o a piangere). Sì, so cosa stanno pensando le più grandi, che la vita l'hanno vissuta molto più di me: 
"Ma di che ti lamenti ragazzina? Che può averti fatto di male la vita in soli 20 anni?"
Io vi capisco in pieno. Avete ragione a dire che sono troppo giovane per parlare di "vita"... quindi mi limiterò a dire che ho alle spalle un vissuto difficile seppur breve, fin dalla tenera età.
Dietro questa bella corazza solare c'è una ragazza che ride perchè il passato l'ha fatta disperare troppo.
E la fine del 2011 è stato uno dei culmini della mia disperazione, anche se mi auguro con tutta me stessa che sia l'ultimo. 
Mi sembra tutto così lontano... Il freddo dicembre, la battaglia contro la depressione, la stanchezza di vivere e quella certezza radicata in me, che non ci sarebbe stato un altro capodanno. Quella paura di sentire la vita scorrere nelle mie vene perchè faceva troppo male, male a tutto: il cuore, il cervello, niente sopravviveva al pensiero insano dell'esaurimento.
Poi è arrivato gennaio, e io credevo che sarebbe stato un anno schifoso come gli altri, ma me lo sarei fatto scivolare addosso come avevo fatto con gli altri... e il miracolo è avvenuto.
Il mio 2012 è stato magico per le seguenti TAPPE:
1. I MIEI 20 ANNI: la rinascita di EnneN è cominciata il 30 Gennaio, il giorno del mio compleanno, quando mi sono alzata e mi sono detta che non mi sarei mai più pianta addosso.
2. I CAPELLI BIONDI: realizzare il sogno di una vita, di avere la chioma platinata come Barbie, mi ha dato una buona spinta ad amarmi.
3. GLI AMICI, QUELLI VECCHI E QUELLI NUOVI: i miei amici di sempre mi hanno sostenuto e quelli nuovi mi hanno donato allegria, quello che mi serviva per rinascere.
4. PRENDERMI IL TEMPO PER ME: sì, questo anno l'ho dedicato solo a me... con quel sano egoismo che tutte dovremmo avere.
5. IL LAVORO COME MISURA DI SUCCESSO: amo spendere i miei soldi, lavoro per questo, ma ci sono poche cose che amo come il mio ruolo all'interno dell'azienda. Seppur insignificante mi piace sentirmi parte di qualcosa.
6. L'AFFRONTO DEL DOLORE: un faccia a faccia vero e proprio con tutto quello che mi ha uccisa in passato era doveroso, per rafforzare la donna che sarò in futuro.
7. SCOPRIRE CHE LA VITA E' MAGNIFICA: le risate, le notti insonni, i baci dei ragazzi, gli abbracci dolci delle ragazze, il profumo di bistecca quando hai fame, l'acqua del mare sulla pelle, un'amica di una vita con l'abito bianco... 
8. REALIZZARE QUALCOSA DI BELLO: anche se per caso e in maniera distratta, essere pubblicata in quel libro per beneficenza mi ha reso così orgogliosa!
9.SCOPRIRE CHE IO SONO MERAVIGLIOSA: adesso mi amo. Amo le mie smagliature (sia quelle sulla pelle che quelle sull'anima), amo le mie paure, il mio passato, la mia codardia e spesso il mio coraggio. Io sono perfetta così, perchè è così che sono venuta al mondo.
10. FINIRE QUEST'ANNO SENZA ASPETTARMI NULLA DAL 2013: tutto quello che mi serviva me lo ha già dato il 2012... cosa posso aspettarmi ancora?

Ah, sì, domani sera sarò molto triste di lasciare quest'anno meraviglioso... ma lo farò con tutti quelli che mi vogliono bene, con una bella festa e forse anche con Zaffiro. Voci indiscrete lo propongono come special guest... ma io non voglio crederci. Già ci è andata di lusso che siamo stati insieme per Natale... Vedremo!
Raccontatemi cosa ha caratterizzato il vostro 2012 e cosa vi aspettare dall'anno che verrà!
Tanti baci e auguri a tutte!

p.s. Per le curiose, il caro Zaffiro mi ha regalato un completino intimo, che indosserò senza indugi domani sera.

venerdì 14 dicembre 2012

Stress Natalizio per lo Shopping Natalizio...

Ma che bello! Mancano più o meno dieci giorni a Natale e io non ho comprato nemmeno un regalo!
Vabbè non è che ne devo fare chissà quanti... solo due: a  mia sorella e a Zaffiro (di mia spontanea iniziativa).
Per quanto io sia rustica e selvaggia, rispetto l'unica e sola tradizione dello scambio di regali con la mia cara PoisonYvy, che è l'unica parte del mio nucleo familiare a cui piace il Natale.
Sarò sincera, avrei voluto andarmene a Milano dai miei parenti ma mi sa che quest'anno rimarrò in questa lingua di Toscana che confina con l'Umbria, quasi sfiora le Marche e saluta da non troppo lontano l'Emilia Romagna. Sì, insomma, me ne rimarrò in questo borgo sperduto e dimenticato da Dio a non fare nulla, invece di godermi il nord super-moderno e mondano.
Che poi andare a Milano, per me è come andare a Napoli: le mie adorate zie sono tutte napoletane, quindi mi ritrovo nell'ambasciata campana al nord. E si ride un sacco! Ah, come mi mancheranno, quest'anno.
Ma dovrò stare in questo peto del mondo, per mancanza di fondi.
Perchè o si fanno i regali o si parte.
Per quanto riguarda i miei amici, i regali li facciamo tutti insieme, quindi non devo andare nel pallone di fare cosa a chi. Ogni anno mettiamo un tot di soldi a testa e facciamo un regalo per ognuno di noi, così risparmiamo soldi e tempo, visto che siamo una decina, e fare tutti i regali a tutti sarebbe uno stress!
Sono proprio curiosa di vedere quest'anno cosa mi verrà regalato... Spero qualcosa di utile!
Spero soprattutto di trovare un buon regalo per mia sorella e per Zaffiro, anche se ancora temporeggio e credo che andrò a farli il 22 di dicembre, in extremis.
Secondo voi ho una repulsione totale per l'organizzazione o amo alla follia il rischio di rimanere senza un fico secco in mano e fare la figura della scema? Ah, è un brivido da cui si diventa dipendenti (dicono) !
Ah, poi il 21 c'è la cena aziendale... e sono in crisi anche per quella! Che cavolo mi metto? Io ho solo abiti neri, corti e scollacciati, per andare a ballare! Mi sa che dovrò munirmi di una bella camicia elegante, o in alternativa posso sperare nella fata di Cenerentola che mi dia una mano. Infondo è quasi Natale e si sa, a Natale succedono tante magie. Almeno nei film.
Anche se insegnare l'eleganza mai volgare a una come me... Mi sa che è un vero e proprio miracolo. Più che la fata di Cenerentola ci vuole la Madonna.
Non vedo l'ora di vedere cosa si metterà addosso Lucifero, cosa tirerà fuori dal suo vasto arsenale di gonne marroni e camicie rosa.
E quale completo indosserà quel figo del Capo (a lui sì che saprei cosa regalargli...).
Ah, sì, io amo il Natale! E voi? Siete come me che vi riducete sempre all'ultimo per fare i regali? Oppure fate la lista a novembre?
Vi saluto, devo scappare alla ricerca di un tailleur elegante e per andare a indagare... chissà se Zaffiro mi regalerà qualcosa?
Scusate la confusione ma sono davvero di fretta!!!!

sabato 8 dicembre 2012

"Pronto Signora, buonasera..."

Buonasera, buonanotte, buongiorno. Buon tutto.
Vi sto scrivendo in diretta dall'ufficio, su un foglio di carta della ditta, perchè dal cellulare non ci riesco e dal computer non posso accedere al web. Cioè, volendo potrei, ma ho dato il cavo per internet alla mia collega "dirimpettaia" di scrivania e poi vicino a me si è piazzata Lucifero a telefonare.
Mi annoio a morte e riesco a malapena a fare una chiamata ogni dieci minuti, per colpa delle linee che non funzionano.
Ah, oggi è una giornataccia! Oltre ad averla vicina, 'sta rompiscatole vuole pure insegnarmi come si telefona "in maniera efficiente".
Senti, cara Lucifero ("Cara" come diceva la mia professoressa delle superiori "perchè me costi 'n sacco de pazienza") io faccio la telefonista dal lontano 16 settembre 2011.
Cos'è che mi vuoi insegnare esattamente, cara?
Stammi alla larga, che è ora di cena, c'ho fame e potrei pure mangiarti. Viva. Con la pelle addosso e quella tua gonna orrenda.
Stammi alla larga che già mi sei in cima ai capelli, che sei una spiona.
E poi ti vesti da vecchia, Lucifero... E com'è che mi guardi male, adesso? Vuoi leggere cosa scrivo? Eh, no, cara, questo lo scrivo per il mio blog, non sbirciare!
Ah, sto dando i numeri, ho bisogno di un caffè.
No, è solo che non ho voglia di fare nulla.
Voglio solo stare un pò con Zaffiro.
Ci siamo visti ieri sera ed è stata così tenero! Questo non toglie che sia il solito scemo che mi fa piedino sotto al tavolo davanti a tutti, che mi fa arrossire e che mi guarda con gli occhi da triglia, come se io fossi una bistecca e lui un leone.
Ma io non lo chiamo. NO!

Non so quando potrò copiare questo foglietto al computer ma sappiate che vi penso, mie care. Vi penso e questo basta...

venerdì 30 novembre 2012

La lunga ed emozionante storia dei miei capelli...

"Ogni riccio è un capriccio!" mi diceva sempre mia madre, quando da bambina mi intestardivo su qualcosa. Avevo il vizio brutto (che ho tutt'ora) di socchiudere gli occhi quando volevo guardare in cagnesco qualcuno,  così da rendere visibile quel leggerissimo strabismo di Venere che mi caratterizza. Mio padre diceva che era quello sguardo "storto" e i capelli ricci che mi davano l'aria da diavoletto.
Ero una magrissima bambina con un dente ogni quarto d'ora (grazie a Dio hanno inventato l'apparecchio per i denti) e questa massa informe di capelli boccolosi, scuri e corti, che mi facevano sembrare la testa un fungo.
Mia sorella invece, aveva una chioma folta e liscia color nero corvino, così lucida da sembrare una piccola Biancaneve, con quella bella pelle bianca. Le fortune tutte a quella maledetta. A lei, la chiamavano Biancaneve, a me Harry Potter.
Da piccola odiavo i miei capelli.
Sapete, quando i bambini cercano un motivo per prendere in giro qualcuno, lo trovano, costi quel che costi! Su di me partirono in quarta con i capelli: mi chiamavano "Pascal", come il ragazzo capellone che era protagonista dei dialoghi sul libro di francese. Dio, quel soprannome me lo sono portato dietro tutti i tre anni delle medie. A infierire ci si mise pure la moda! In quegli anni c'era la moda del liscio piastrato e perfetto, così che passavo tutti i sabati pomeriggi a soffrire come un cane mentre mia cugina (povera santa), mi lisciava i capelli con la sua vecchia piastra professionale. Arrivavo a fine lavoro con un mal di testa atroce, ma almeno per due giorni la settimana avrei avuto i capelli guardabili.
"Ma sono così belli questi ricci!" mi diceva sempre la mia cugina più grande mentre cercava di stirarli "Prima o poi ti piaceranno!".
Non le credevo, anzi, ero convinta che si sbagliasse. Come poteva piacermi quella testa a fungo? Ma poco dopo me ne innamorai.
E fu così, che l'anno successivo, entrata alle superiori, i miei boccoli lunghi fino alla vita e folti riscuoterono molta approvazione anche da chi mi aveva presa in giro fino a qualche mese prima.
Tutti mi chiedevano se erano naturali, se avevo fatto la permanente, se li acconciassi io così. No, loro funzionano come vogliono, tutt'ora che sono tinti, sono un pò più corti, un pò più vecchi.
E anche adesso, se sbatto i piedi per terra come da bambina, loro tremano, e mia madre, mentre scuote la testa ripete sempre la stessa frase: "Ogni riccio è un capriccio!"
E pensate che ne ho mille di ricci, se non di più.
Quei mille capricci che continuo a fare, come i miei capelli, mi rappresentano.
Pazzi e ribelli come me.
Avete anche voi una parte del corpo che credete vi caratterizzi più di tutto il resto? O sono l'unica che fa queste similitudini?

mercoledì 28 novembre 2012

I sogni son desideri...

L'ennesimo appuntamento notturno, quello tra me e i miei pensieri. Mh, speriamo solo che non diventi un vizio, ogni tanto la notte dovrei dormire pure io, mica posso fare il gufo tutta la vita eh!
Da un paio di settimane sono stata bersagliata di informazioni su un libro che la mia coscienza (Esse) vuole farmi leggere: "cinquanta sfumature di grigio".
"E' bello, ti piacerebbe un sacco!" continua a ripetermi. Peccato  che lei ignori completamente che io non ho letto per intero nemmeno il libro sul quale è stato pubblicato il mio racconto. E' un periodo un pò così, non sono da libri d'amore, figurarsi quelli di sesso!
E' che io l'amore odio leggerlo, perchè mi da tutta quella ispirazione... che mi fa venire voglia di scrivere. Di scrivere come facevo una volta, quando ero una ragazzina di quelle con tante aspettative sul futuro. Io c'avevo l'argento vivo addosso, una volta. E chi mi fermava? Io mi sarei diplomata, avrei scritto qualche bella poesia ad effetto e mi avrebbero dato un posticino per una rubrica in un bel giornale, come Carrie Bradshaw. Già, ero convinta di avere un talento indescrivibile, splendido, che dovevo condividere con il resto del mondo, per far sognare tante altre ragazzine come me.
Sì, perchè sognavo un sacco. I libri erano le mie ali per volare via dalla realtà. Ero sicura che sarei diventata la fonte d'ispirazione per molte persone, solo questo mi interessava. 
Questo succedeva quando avevo 16 anni.
Quando avevo 18 anni, invece, sognavo di finire il prima possibile la scuola e diventare una star del web: ero sicurissima che conquistando il popolo mondiale con la mia straripante simpatia mi avrebbero dato una rubrica su un quotidiano nazionale, così sarei diventata ricca come Carrie Bradshaw.
Ero fermamente convinta che avere talento, anche minimo, mi avrebbe portato ad avere tanti soldi, ed erano i soldi il fine di tutto, per me.
Adesso che sono vicina ai 21 anni spero con tutta me stessa di riuscire a trovare un lavoro (qualsiasi) che mi dia uno stipendio buono, così che possa riuscire a comprarmi tonnellate di borse e scarpe firmate. In alternativa non disdegno troppo l'idea di sposare uno Hugh Hefner della situazione, magari sul punto di schiattare. Scrivere? La mia firma sugli assegni che distribuirò non vale?  Ah, allora no, credo che non scriverò più. Infondo era un talento, ma i talenti senza i soldi necessari a svilupparli, non servono a niente.
Alla luce di ciò, sono arrivata alla conclusione che più cresco, più divento scema.
Preferivo avere un pizzico di stile in meno, ma un pò di cervello in più, e qualche scopo nella vita.
Ho sempre odiato chi non sapesse cosa voleva esattamente fare nella sua vita, almeno come aspirazione, e ora eccomi qui, che non so più nemmeno se quel talento lo avevo davvero, o me lo ero inventato.
E voi, voi avete o avevate qualche sogno di vita da realizzare?
Buona notte e tanti baci!

giovedì 22 novembre 2012

Aspettando la maschera anti-occhiaie...

Eh, sì, scrivere un nuovo post alle 00 e 42 minuti è un pò da pazzi.
Ma eccomi qui, davanti al computer con gli occhi che si chiudono dal sonno... ma devo scrivere. Devo resistere per un'altra mezz'ora.  Ho bisogno di non addormentarmi, non posso.
Ho messo in congelatore la maschera anti-occhiaie comprata oggi e deve starci almeno un'ora.
Lo so che sono una fissatona ma negli ultimi tempi il lavoro mi stressa e ho delle occhiaie che nemmeno Edward di Twilight... ok, sarò sincera, negli ultimi due anni la vita mi stressa e le occhiaie mi solcano il viso togliendo la freschezza che un volto giovane dovrebbe avere. Le ho provate tutte ma non c'è verso, non se ne vanno, 'ste stronze. Sono diventate un  complesso mentale, fisico, uno stress che mi stressa anche trovare un rimedio allo stress che me le provoca.
Posso dormire quattordici ore filate e poi uscire, che se mi vede qualcuno mi fa: "Dormito poco stanotte? Hai certe occhiaie!" e allora giù! Chili di correttore...
Nell'ultima settimana poi, dormo pure da schifo che ho il dente del giudizio che mi fa malissimo e digrigno i denti nel sonno per lo stress del lavoro. Immaginatevi che faccia fresca e riposata posso avere.
Sembro un vampiro, azzanno dal nervosismo.
Senza contare che al lavoro, che era il  mio paradiso idilliaco, ora è un'inferno. E' pur sempre l' ufficio con la macchinetta del caffè gratis, il collegamento a internet per non fare una cippa quando ti annoi e che ti permette di dire le cattiverie ai clienti ignoranti, ma adesso è arrivata Lucifero, una mia collega che si è messa a fare la comandina e ha sputtanato al capo che andiamo su Facebook mentre telefoniamo. Morale della favola: niente Facebook per nessuno e mi girano a mille, perchè la connessione a casa mia è lenta e preferivo navigare dall'ufficio (anche perchè mi vengono in mente gli stati migliori, al lavoro). Quella Lucifero vuole morire.
Più stress, più occhiaie, meno capelli che mi rimangono in testa (sto scherzando, ho una testa che fa concorrenza a un leone): Zaffiro mi ha detto di aver ritrovato fili d'oro delle mie chiome dappertutto.
Ah, già, Zaffiro... Ieri sera mi ha detto "Ci vediamo presto così ti racconto il mio primo giorno di lavoro".
Sì, come no. Un uomo che ti dice ci vediamo presto, ti sta dicendo "Ci vediamo tra dieci anni al matrimonio di un amico comune".
Mah, indubbiamente è meglio così. Indubbiamente io preferisco così. Indubbiamente uno così mi farebbe del male e per quanto siano dolci i suoi occhi, meglio che stanno lontani da me, che portano solo guai.
Mah, forse è per questo che voglio cavarmi 'ste maledette occhiaie, per essere fresca a quel matrimonio dell'amico comune tra diec'anni. E si sa che noi donne per farci belle, abbiamo bisogno di un'eternità di tempo.
Sto delirando.
Sarà pronta 'sta dannata maschera? Bah, forse me ne servirebbe una per il cervello!
Se dovesse funzionare anche per quello, sareste le prime a saperlo.
Buona notte!

lunedì 19 novembre 2012

Odio la dura verità...

...Soprattutto quando mi dice che non sono l'impavida stronza che credevo di essere.
E la odio ancora di più quando fa parlare il cuore... Insomma ho conosciuto un ragazzo. No, in realtà sono due ragazzi ma mi piace illudermi che il ragazzo con cui esco e quello per cui ho una cotta siano la stessa persona. Ma se non esci con il tipo per cui hai una cotta, con chi esci, EnneN? Con un bellissimo cretino (e focalizzerei l'attenzione su "cretino", prima di "bellissimo") che se non aprisse mai bocca, non sarebbe neanche male. Purtroppo da vita a certi pensieri così stupidi che il suono dei peti sarebbe più interessante.
Allora perchè ci esci, EnneN? Per fare da spalla alla mia amica Acidella che esce con l'amico di questo Bijou, un delizioso e dolce morettino. Da brava amica mi sacrifico per lei, (Sì lo ammetto, non è poi un grande sacrificio visto che è bello e bacia bene... Ma non è scattata la scintilla!) anche se in segreto vorrei poter conoscere meglio qualcun altro.
Ecco, colui che è riuscito a far breccia nel mio cuoricino avvizzito e sterile, si chiama Zaffiro. Sono stati i suoi occhi a fulminarmi, di un azzurro limpido come l'animo di un bambino; poi c'è stata la frase "Mi piace come mi guardi" detta con la leggerezza di chi non sa cosa provoca e con la felicità di chi non viene mai guardato davvero. Potevo non capitolare? No, io a queste cose non resisto.
Mi potrei innamorare di lui, se mi abbraccia di nuovo.
Bhè credo che questa sia la dura verità.
La dura verità che odio da morire.

sabato 17 novembre 2012

La coppia di Single Ladies...

Ebbene sì! Dopo due (e sottolineo *due*) lunghi mesi come ultima delle Single Ladies, la mia cara amica Acidella si è lasciata con il fidanzato, quindi per la mia immensa felicità siamo tornate in coppia.
La storica coppia.
EnneN e Acidella, le due zitelle più irriverenti della città.
A parte gli scherzi, da buona amica mi dispiace molto che Acidella soffra, ma è bello riavere indietro quell'amica che era sparita inghiottita da non so quale buco nero.
Sapete di che parlo, no? Le ragazze quando si fidanzano cambiano e lei lo aveva fatto in maniera radicale. Mi mancava da morire ridere con lei, la vera lei.
Fortunatamente è tornata e ora non ci resta che fare le nostre solite marachelle... anzi, abbiamo già iniziato! Le presto i miei vestiti, la trucco e lei in cambio mi acconcia i capelli e mi fa fare un sacco di risate.
Voglio convincerla molto presto a venire con me a fare shopping, così le faccio comprare qualche abito ultra-femminile e un bel paio di scarpe con il tacco alto... o meglio basso. E' già alta più di un metro e settantacinque, non voglio somigliare a Puffetta accanto a lei!
Mh, mi sa che corro troppo. Trasformare una ragazza "felpe e scarpe da ginnastica" in una "gonna corta e tacco" non sarà una cosa molto semplice. Senza contare che ride sempre della mia mania per le scarpe (dice che sono tutte uguali)... voglio vedere oggi quando arriverà da me e vedrà il mio ultimo acquisto! Si sbellicherà dalle risate.
Ma infondo è per questo che le voglio bene.
Ah, bella la vita quando hai qualcuno con cui ridere!

p.s. Ho messo la foto delle mie scarpe nuove perchè non le ha viste nessuno e volevo un parere... Non sono carine? Io amo la Iron Fist!

martedì 13 novembre 2012

E quando il cuore trema!

Io sono il mio peggior incubo.
No, non può essere.
No, non ora. Non ora che la mia vita da single va così bene, liscia come l'olio.
No, non dovevo incontrarli ora, questi occhi così dolci.
E' che quando il cuore trema, c'è poco da fare per tenerlo fermo!

domenica 4 novembre 2012

RICORDI CHE NON COMMUOVONO PIU'

C'era una volta un'estate, una macchina e una strada che ci portava a Riccione.
C'era una volta un ragazza che era diversa da quella che scrive adesso. Aveva i capelli scuri mossi da quel vento che entrava dal finestrino, tutto giù.
C'era un sole che illuminava la nostra pelle, gli occhi socchiusi per la troppa luce e quegli occhiali da sole Ray Ban che lui non mi avrebbe prestato nemmeno a costo della vita.
E c'era quella canzone che cantavamo tutti e due a squarciagola, sorridendo. Quella canzone che nella mia testa è tutt'ora la nostra canzone: no, lo so che non è d'amore. Ma io non ci posso fare niente, quando sento quelle note e quelle parole sono di nuovo la ragazza semplice e ingenua su quella Punto Bianca che sfreccia verso l'ennesimo week end di follie a Riccione.
Lui è di nuovo quel ragazzo "Così sfigato ma tanto tenero!", quello che mette sempre la polo viola e i calzoncini scozzesi abbinati, quello che quando aveva la camicia e i capelli fatti con il gel per me era perfetto, e mi faceva battere il cuore così forte... è così difficile pensare che sia esistito davvero.
Ricordo che da qualche parte c'è stata anche quella tenda per due arancione, quella comprata in saldo per due spicci al Risparmio Casa, dove non entrava nemmeno il più piccolo dei materassi e che non si chiudeva nemmeno del tutto, ma ci ha regalato tanti sorrisi.
C'erano una volta un sacco di sentimenti, c'erano nella tenda, nella macchina, nella sua camicia nera, nel suo gel, nel suo sorriso e nei miei capelli scuri. C'erano. C'erano nelle mie lacrime.
Quelle lacrime non riesco più a versarle, ora piango solo per il nervoso (difetto orribile), ma non per sentimento.
Ora, ora sono arida.

Ci ho pensato ieri, quando parlando con Acidella (che si è appena lasciata con il suo ragazzo), mi ha detto, con gli occhi illuminati:
"Dite quello che volete, ma a me, lui mi piaceva un sacco. Quando si metteva la camicia e la giacca io lo guardavo e pensavo, cavolo, e le gambe non mi reggevano più, ed era la mia morte".
EnneN, dì la verità, da quanto non sentivi parlare di questi sentimenti? Da tanto.
E così ho rivisto la carrellata di immagini di tutti i miei ex e il nodo in gola che mi veniva quando erano vestiti bene. Come arrossivo quando li guardavo e mi facevano rabbrividire. Poi mi è tornato in mente lui, Lo Stronzo. Era inevitabile.
Lui era stato tutti questo ogni santo giorno per un anno. Io pensavo "Cavolo" sempre, ogni volta che lo vedevo, anche appena uscito dal lavoro, impolverato e con quell'orribile cappellino a papalina. Era sempre la mia morte.
Adesso  non sono più capace nemmeno di commuovermi per questo.
Ora sono quella splendida bionda sempre truccata e vestita di tutto punto, che lascia scie sensuali di profumi firmati ma fredda, arida come il gelo.
Quella che finge di essere una svampita ochetta solo per riservare la sua intelligenza a chi la merita. Quella che calcola tutto.
E chi mi vede stenta a riconoscermi, e se mi guardo indietro anche io.
Sono felice da arida, non posso negarlo. Ma a sentire quelle parole... Mi sono sentita un mostro.
"Troppo cervello, troppo poco cuore".
Vorrei poter essere capace di riprovare un brivido del genere. Vorrei essere innamorata solo per un secondo, anche di uno che non mi vuole, non voglio qualcuno accanto a me, voglio solo la certezza di non essere atrofizzata, voglio solo sapere di poter sentire di nuovo dei sentimenti.
In un anno ne ho incontrati di ragazzi, ma non ho lasciato aprire la porta della mia anima a nessuno.
"Non ti innamorare di me" ho pensato più di una volta quando mi guardavano affascinati o quando capivo che mi volevano.
Essere un robot è stata la mia vera felicità, ho conquistato tanta fiducia nell'unica persona della quale non mi sono mai fidata: me stessa.
Ma mi chiedo se sarà possibile essere felici così per sempre.
Mah, forse mi lascio trasportare troppo nei discorsi di chi mi sta intorno! Oppure sono davvero guarita dal dolore? Ah, EnneN sei troppo filosofica!

sabato 3 novembre 2012

Farsi uno scoppiato senza scoppiare la coppia!!!

Il mio piano di fingere l'omosessualità per evitare le rotture di scatole è andato a farsi fottere altamente.
Rido troppo quando provo a dirlo, ed Esse che mi conosce da una vita sa benissimo che rido quando sparo cazzate, quindi mi ha sgamata al 100%. Senza contare che ieri sera... Bhè, ho fatto una cosa abbastanza cattiva. Mi sento molto in colpa, anche se non sono io che mi devo sentire così.
Insomma, io sono single! Posso fare quello che voglio con chi voglio... E' questo che amo della mia situazione. Chi è fidanzato, invece, dovrebbe stare con la propria ragazza... Non so se mi spiego.
Lui si chiama Emme ed è il fratello di Pingu, il fidanzato storico di Esse. In teoria è fidanzato da 4 anni, in pratica è in galera da 4 anni. Il gioiellino di ragazza che gli fa da carceriere, è una di quelle che solo a vederle ti viene da pensare: ma che cavolo c'ha questa qui di bello? Insomma è brutta per quanto è antipatica. Non la sopporta nessuno, compreso Emme e la sua famiglia, e vista la sua forma fisica snella (come un armadio a quattro ante) noi la chiamiamo correntemente Buzza.
Lei gli vieta di uscire con gli amici, di andare dove vuole, di riposare dopo il lavoro, di fare il ragazzo normale. No, deve sempre andare a casa sua a guardarla mentre lavora (fa le maglie a casa), così, senza far nulla, perchè di sesso non se ne parla proprio, come dell'uscire. Se sono liberi giocano a tris. Oppure guardano la tv. Oppure Emme deve fare delle commissioni per la matrona di Buzza.
Chiarito il soggetto sottolineo il fatto che questa LATRINA CON LE GAMBE, PRIVA DI FEMMINILITA' E CHE SCANSA LA BELLEZZA A FORZA, COSI' COME SCANSA LA SIMPATIA E L'INTELLIGENZA, HA OSATO DIRE CHE IO (IO!) SONO VOLGARE E INSOPPORTABILE.
Ora, io a suo confronto sono un magra e bella come una modella di Victoria's Secret, quindi sentire che osa dire una simile bestemmia mi ha mandata in bestia.
E il suo ragazzo, un esemplare carino e simpatico di ragazzo, è il tipo che a me può piacere.
Prendete una sera nella quale la Buzza è a casa e lui è riuscito a uscire con noi, prendete che è un VENERDI' SERA, prendete la mia mezz'ora di trucco e parrucco, i miei stivali sexy e Esse che mi assilla da una vita con il "fatti Emme ti prego, così lascia la Buzza", aggiungete un pò di attrazione e il gioco è fatto.
Corna pronte e servite.
Ma non è colpa mia! E' lui che ha baciato me! Oppure no? Oppure ci siamo baciati insieme?
Mah, va a capire, fatto sta che io glielo avevo detto: "Guarda che tu c'hai la fidanzata!", ma è successo lo stesso. So che è brutto, anche se la sua ragazza è antipatica.
Non sono ipocrita al massimo, sono soddisfatta perchè lei si crede meglio di me e io, bhè, io mi sono pomiciata il suo ragazzo, e se era per lui si andava anche più in là... ma so che solo le carogne fanno questo.
Finchè si tratta di far scoppiare la coppia prima di starci mi può andare bene, infondo in amore e in guerra tutto è lecito... Ma le corna non sono nel mio stile.
Mi sento una stronza di dimensioni epiche.
Baci e buon fine settimana!

domenica 28 ottobre 2012

ENNEN ALLA RISCOSSA!

Finalmente! Finalmente ho due minuti per tornare a cianciare nel mio blog! Oddio, in realtà dovrei andare a letto, così magari evito di buscarmi un raffreddore peggio di quello che ho... Ma avevo proprio bisogno di sfogarmi un pò (stasera sono più cinica che mai).
Le mie gesta  eroiche da paladina delle ragazze single si stanno trasformando sempre di più in delle peripezie da romanzo (comico).
Come è risaputo da tutte, la gente si diverte a dare etichette stupide e senza senso, alle quali di solito non do molto peso, anzi, ci rido sopra. Da vent'enne single ho iniziato da poco a dover sopportare la fatidica domanda sulla quale le trent'enni single hanno gli incubi: "Ma quando ti troverai un fidanzato e ti sposerai?"; fino qui tutto regolare, insomma, si sa che le zie e le vipere (e le zie vipere), sono sempre in agguato per sapere gli affaracci nostri... Ho imparato a sorridere mentre rispondo "Mai".
Devo dire che non odio più  neanche i discorsi consolatori tipo: "Non preoccuparti arriverà anche per te il momento nel quale incontrerai qualcuno che ti farà capire cos'è l'amore...". Ok, perfetto, non preoccuparti nemmeno tu, arriverà anche per te il momento nel quale incontrerai qualcuno che ti farà capire cos'è lo stile...
Mah, aldilà di tutto questo veleno che ci viene sputato addosso, che è del tutto normale e al quale non faccio più nemmeno caso... ci si mettono pure le amiche strette.
Come ben saprete io solo l'ultima delle Single Ladies del mio gruppo, quindi ora il gioco preferito delle mie amiche è appiopparmi a chiunque o cercare una diagnosi plausibile per la quale a me non interessa più l'amore.
Le conclusioni che hanno tirato sono davvero stupide, a mio avviso.
Andiamo per gradi: io ho degli amici gay, come il mio ex collega Tezò, con il quale esco molto spesso, oltretutto non ho sbandate o cotte per nessun esemplare di sesso maschile, quindi:
"Per noi o sei bisex o sei lesbica" se ne esce fuori Esse, l'amica più vecchia che ho.
"Guarda che per essere bisex o lesbica tocca che mi piaccia una ragazza, e a me non piace nessuno. Sarebbe più credibile se tu mi dicessi che sono asessuata!"
Quando le ho riso in faccia ha capito d'aver detto una castroneria, ma non è intenzionata a demordere: è convinta che le cose stiano così e non smetterà di ripeterlo.
Ma insomma! Ora stiamo esagerando! Finchè si tratta delle zie o delle amiche di mamma che mi tartassano va bene, ma darmi pure della lesbica... Ma ci vuole tanto a capire che sono solo una femminista che ha come unico obiettivo una carriera prospera e promettente? A quanto pare ci vorranno anni per far abituare tutti.
Ricapitolando, nell'immaginario collettivo una ragazza che non ha il fidanzato, non ha il trombamico, non ha il servo o il padrone, e non è interessata ad averlo è omosessuale. Perfetto, mi fa molto piacere...
Potrei anche farcele credere, così magari mi lasciano in pace.
Ma sì, mi inventerò una qualche fidanzata... così mi faccio due risate e vivo in santa pace.
Ah, sì, questa sì che è una buona idea.
Vi terrò informate sul funzionamento del piano...
Buonanotte e sogni d'oro.

giovedì 25 ottobre 2012

In diretta dall'ufficio. Dopo tutto questo tempo...

Tornerò, lo giuro che tornerò.
E con tante rocambolesche avventure da raccontarvi.
Se solo avessi due minuti liberi...
Tanti baci,
spero che voi non siate impegnate quanto me.

domenica 14 ottobre 2012

La stupidità delle donne single.

Devo ammettere che prima di scrivere questo post ci ho pensato parecchio.
Insomma, mi sono proprio fermata a pensare a quali angherie arriva la pubblicità pur di vendere. Si arriva a promettere delle cose... che non possono essere razionalizzate nè certificate da niente e nessuno.
Tutto è cominciato domenica scorsa, quando sono andata al supermercato (anche per noia, visto che di domenica non è aperto niente) a comprare una crema idratante per il corpo, di cui, come ho già detto in precedenza, non posso fare a meno.
Solitamente non cambio prodotti, quando mi trovo bene, ma volevo trovare una crema più profumata della precedente, così, come al mio solito mi sono messa a sniffare tutte le creme aprendo furtivamente le confezioni (non ditemi che non l'avete mai fatto!).
Alla fine, quando stavo per prendere sempre la solita, sono stata attirata da una confezione fuxia, che si trovava in basso. Premesso che adoro il fuxia, posso dire che mi ha conquistato già solo la scatola, visto che c'era disegnato anche un cuoricino (e io impazzisco per i cuoricini). Dopo questa occhiata fugace alla confezione, vado a sentirne l'odore e... miracolo! L'odore più forte e dolce che una crema possa avere mi ha invaso le narici.
Giustamente la compro (cavolo, è fuxia e profuma, DEVO comprarla!) e solamente arrivata a casa leggo cosa c'è scritto davanti: "Pelle sexy e attraente" e ancora "SEDUCENTE per 9 uomini su 10".
Mentre sul retro...
"PELLE SEXY E ATTRAENTE
Love Lotion è la nuova lozione corpo che scopre la sensualità della tua pelle.
Esci dagli schemi quotidiani e concediti il piacere di una pelle satinata e attraente.
L'amore è cieco ma... i profumi li sente benissimo.
Un cocktail multisensoriale con una fragranza seducente e una texture setosa: Love Lotion, gocce di seduzione sulla tua pelle.
Usare senza moderazione ogni giorno.
Natural Honey
Scopri il  tuo fascino naturale"
Volevo suicidarmi.
Vi rendete conto che hanno fatto una crema per far credere alle donne di poter conquistare 9 uomini su 10?!?! Vi rendete conto che nemmeno il sorriso di Julia Roberts conquista 9 uomini su 10?!?!? E quelle che l'hanno comprata pensano che questa crema sia miracolosa! Non è possibile.
La cosa peggiore è che IO l'ho comprata! Vabbè c'è da ammettere che anche io non sono stata molto seria nella scelta... Ma non mi ero accorta che era una crema per trovare marito!
Così mi sono detta che le donne single sono proprio stupide, hanno una grandissima fortuna e la sprecano in creme che permetteranno al principe azzurro di riconoscerti con una bella odoratina. Un pò come i cani che si annusano il didietro.
Mah, siamo finiti davvero in un mondo assurdo... adesso cercano di venderti pure l'amore!
Magari sono un pò all'antica, ma nel mondo in cui vivo io, l'amore arriva quando gli pare, e se non gli va, magari non arriva nemmeno. Nel mio mondo non ci sono creme o profumi che attirino l'amore verso di te, perchè l'amore non è fatto solo di corpo ma anche di carattere e di anima. E sull'anima... bhè non c'è crema che tenga, se quella non ce l'hai, dubito che l'amore arrivi.

domenica 7 ottobre 2012

Un nuovo primo giorno di lavoro...

Eh, sì, domani mi aspetta un nuovo lavoro.
Non  ho fatto in tempo ad abituarmi ai ritmi della fabbrica che mi ritrovo buttata nuovamente nel caldo e confortevole ambiente dell'ufficio... Un ufficio meraviglioso.
E la fabbrica? Bhè, diciamo che mi hanno usata per il surplus di lavoro che avevano e poi mi hanno rispedita a casa con un bel calcio nel sedere e pochi saluti. Così ho dovuto dire addio al faccino serio (decisamente sexy) del T-Rex e rassegnarmi al fatto che per la prima volta da quando ho iniziato a lavorare sarei stata DISOCCUPATA.
Oddio, mi ha assalita l'ansia del non poter spendere, e la paura di non avere più un quattrino tutta la vita era forte, fortissima. Ero nel peggiore degli incubi, sarei dovuta ritornare castana, come avrei fatto da disoccupata ad andare dal parrucchiere a coprire la ricrescita delle mie chiome platinate? Sarebbe stata la morte della mia bellezza... e del mio stile. Infatti già mi vedevo con la solita borsa consunta per sempre e con l'antico giacchetto di pelle a oltranza. Ah, dimenticavo, in tutta questa visione ero senza mascara, visto che il mio preferito costa un occhio della testa e con la pelle secca, visto che la crema idratante, di solito si paga.
Fortunatamente, quando sono andata all'agenzia interinale a riconsegnare il tesserino della fabbrica, mi hanno comunicato che ero ricercata per un lavoro da call centre, vista la mia lunga esperienza.
Potevo rifiutare? Non credo. L'immagine di una EnneN sciatta e povera mi perseguitava.
Il colloquio è stato tutto in discesa: sono arrivata e mi sono trovata davanti a un bellissimo e distinto uomo sulla trentina, dal fascino illecito e vestito di Marc Jacobs... Marc Jacobs! Cavolo, era un sogno! Questo bel moro dalla voce suadente mi stava dicendo che ero perfetta per l'ultimo posto rimasto, che la mia esperienza era proprio quello che cercavano. Ha anche sottolineato la riga che riguardava ciò sul mio curriculum piuttosto povero. Insomma ero presa prima di dover pregare qualsiasi dio o santo del caso.
Devo dire che non mi dispiace più di tanto aver lasciato Crudelia DeMon: da domani lavorerò in un posto dove c'è il caffè gratis, ho le ferie, la malattia, un bello stipendio e... mia sorella.
Già, questo glielo devo, è stato anche grazie alla bella nominata di PoisonYvy che mi hanno assunta: lei è già dipendente da loro, ha la mia stessa esperienza ed è una delle più brave. Non ha potuto raccomandarmi perchè nemmeno lei sapeva che mi avevano chiamato, ma mi hanno presa ugualmente, qualcosa vorrà dire no?
Io credo di sì e spero bene per domani!
Insomma, sono stata un anno fissa in un posto e appena l'ho lasciato ho cambiato altri due (bei) lavori nel giro di un mese... Almeno ho  arricchito in curriculum nel caso anche qui facessi un buco nell'acqua.
Dopo una settimana un pò noiosa, sono finalmente solare e positiva! Non dovrò rinunciare ai capelli biondi e al mascara! Questo mi rincuora moltissimo!
Anche se dopo aver incontrato questo nuovo capo, mi chiedo: ma tutti questi datori di lavoro splendidi e fascinosi capitano solo a me? Vi prego ditemi che anche voi avete dei capi bellissimi!
Vi auguro un buon inizio di settimana per domani...
Baci.

mercoledì 3 ottobre 2012

A BODY REVOLUTION 2013

Questo post è un tributo obbligatorio, per me. Insomma, parlo spesso di curve, di corpo, di chili di troppo e dell'amarsi per come si è. A questo proposito, volevo parlare di questa campagna che non ho scoperto per caso, ma perchè sono una grande fan dell'artista in questione: Lady Gaga.
Mi è sempre piaciuta la sua musica, poi quando ha iniziato con la sua filosofia "Born This Way", bhè era quello che avevo bisogno di sentire da qualcuno. "Sono bella a modo mio" recita, nella canzone in questione, ed è una bella scossa per chi, come me, ha sofferto spesso di complessi di inferiorità. Insomma, siamo tutti "nati così" quindi la canzone mi rincuorava molto.
Qualche giorno fa, però, mi sono imbattuta in delle foto su facebook, che mostravano alcuni fan di Lady Gaga che più o meno fieramente rivelavano il loro corpo, per questa Body Revolution.
Per curiosità sono andava sul sito ufficiale dei fans di Gaga ( http://littlemonsters.com/), e dopo essermi iscritta, ho visto tantissime foto che mi hanno commosso e dato molto coraggio. In molti ringraziano la cantante per aver donato la forza di fare una cosa simile, di mettersi alla vista di tutto il mondo per come sono, senza scherzi.
Tutto è partito con le foto della stessa Gaga, praticamente nuda, che incita ad essere coraggiosi e ad amare il proprio corpo com'è.
In pratica "A BODY REVOLUTION 2013" è una campagna che vuole dare supporto a tutte quelle persone che sono state e sono tutt'ora vittime di quel corpo che non riconoscono oppure che è un grande handicap per loro. Sono molte, infatti, le foto coraggiosissime di persone con disturbi alimentari (tra cui la stessa Gaga)  e quelle di persone con difetti fisici importanti (spicca tra tutte, la ragazza con mezza gamba finta, che si è comunque fotografata), tutte accomunate dallo stesso obiettivo: amare il proprio corpo per com'è!
C'è da dire che questo è un grande smacco a quell'immagine perfetta che la società vuole inculcarci per forza, siamo in così tanti a voler rifiutare lo stereotipo che forse questa rivoluzione è davvero l'inizio di qualcosa.
Infondo, siamo così consapevoli di quale sia la realtà rispetto ai canoni che ci vengono imposti che questa ribellione del corpo è stata subito accettata. E io voto energicamente a favore di tutto questo coraggio e del rigetto del canone ordinario di bellezza!

giovedì 27 settembre 2012

46, 46, 46...


Il numero di Valentino Rossi. Mio padre crede che rappresenti questo.
La somma delle sue scarpe col tacco? pensa mia sorella.
Gli anni che dice di avere mia madre? No.
La 46 è la mia taglia.
Sì, quell'impietosa, orribile, impronunciabile L.
Large, Larga.
Dai, EnneN, sii sincera... A volte anche XL. Che c'è? Sono tettona, mica è colpa mia.
Premessa fatta, vorrei far capire a quelle belle S, Strettine che portare la 46 è più di una semplice taglia. La 46 è uno stile di vita.
Una di quelle cose che ti ricorda sempre che quando entri in un negozio, non devi servirti della commessa a meno che non si tratti di una questione di vita o di morte.
Le commesse amano guardarci senza chiederci la taglia, poi dicono: "Le taglie più grandine non le hanno fatte di questo modello". Oppure mi incoraggiano quando vedono che non mi si allacciano le camicie sul seno con un "Questa veste poco, prendo una taglia di più?"
No, per carità! Già mi basta la mia, quanta larghezza mi vuoi dare?
Oppure, la 46, è il costante motivo per il quale devi indossare i tacchi alti per essere figa. Ogni centimetro ti cava un chilo. Nel mio caso oltre che essere tarchiata, sono pure nana, in stile Snooki del Jersey Shore, quindi ogni sabato ho i piedi distrutti.
Poi sempre a causa di questa cavolo di 46, io devo andare a correre tutte le domeniche, quando potrei starmene a letto a poltrire come mia sorella (magra, quella maledetta), dopo essermi fatta il chapette tutta la settimana.
Per non parlare del fatto che non posso mangiare le lasagne della nonna fatte in casa, la  Nutella, le patatine, i panini con la maionese, e la pasta bianca (per me solo integrale). Il pane? cos'è questo sconosciuto? L'ho dovuto sostituire con le gallette di farro (avete presente, quelle cose che sembrano cartone tra i denti?) e mentre io mi mangio un'appetitosa galletta (bleah) mia sorella  mi sventola in faccia la cioccolata e i biscotti che amavo con tutta me stessa.
Ah, questa 46!
Il numero che ti ricorda che il tuo peso non è proprio piuma e che sei una pigra del cavolo! Ma dico io, quei chili di meno non li potevo avere di mio, invece di dovermeli guadagnare? Senza contare che non puoi dormire sugli allori, perchè appena molli un pò... ecco che peggiori un botto!
Lasciando da parte gli scherzi, io adoro il mio stile di vita 46. E' molto più sano di quanto possa credere la gente: mangio frutta e verdura, faccio movimento e non bevo (quasi) alcolici. Io mi prendo cura di me stessa, e lo adoro. Quante magre croniche lo fanno? Poche.
Sono curvilinea perchè lo sono. Posso perdere chili e tornare alla mia 44 ma non sarò mai una 40, ci posso scommettere la testa.
Io asciutta come un'acciuga sarei triste.
Lo dicono tutti, lo dico anch'io.
La 46 è uno stile di vita femminile, sexy per molti sensi, anche se è difficile crederlo. Spesso sono stata più sensuale e bella di molte magroline al mio fianco.
Proprio per questo, credo, care le mie colleghe 46, che la bellezza non sta in una taglia di vestiti, in dieci chili di troppo, in venti centimetri d'altezza in meno o in uno stile.
La bellezza vera sta nel fascino.
E quello o ce l'hai o no. Puoi essere magra quanto vuoi, ma senza quello, non sarai mai la donna enigmatica che desideri.
E per chiudere in bellezza (visto che ne stiamo parlando) citerei la splendida Geppi Cucciari: "L vuol dire Lo so che sono grassa, mi piacciono i ravioli: fatti i cazzi tuoi!"
E detto questo me ne andrei a letto, avvolta nel mio pigiamone extra large... Buona notte!

martedì 25 settembre 2012

Chi lascia una Crudelia DeMon...

...trova un T-Rex.
No, non sono impazzita, tranquille.
Giovedì mattina, incazzata come un'antilope perchè dal call centre non si erano degnati di fare il bonifico del mio (astronomico) stipendio, mi sono precipitata lì in stile toro furioso e mi sono licenziata una volta per tutte.
Perchè non l'hai fatto prima EnneN, se non ci lavori più?
Perchè il contratto in fabbrica è settimana per settimana e volevo avere il cu.. ehm, il collo coperto in caso di licenziamento.
Bhè, non avevo fatto i conti con la mia frustrazione (covata per un anno) e finalmente mi sono levata dai piedi quel call centre del cavolo.
Ah, il primo respiro che ho fatto dopo aver firmato quella lettera di licenziamento è stato subito più libero. Credevo che ora fosse tutto in discesa, mi bastasse lavorare, lavorare e lavorare, per avere uno stipendio decente.
Un'altra cosa con cui non avevo fatto i conti, era il mio nuovo "responsabile".
Proprio giovedì mi hanno presentato il caporeparto, appena rientrato dopo una degenza piuttosto lunga per l'asportazione di una ciste. Oddio, dire che me l'hanno presentato, è dire tanto, visto che la mia conoscenza con lui si è limitata all'intimazione "Metti la mascherina, sennò sono casini" sussurrata dal mio collega mentre stava passando.
Il T-Rex è il peggio stronzo (sorry per il francesismo) che c'è in tutta la fabbrica. Non a caso si è guadagnato questo soprannome, perchè fiuta gli errori, anche i più minimi, da lontano. Tutto quello che dice è legge, e ha sempre, SEMPRE ragione. E anche famoso perchè nessuno lo ha mai visto sorridere, mai. C'è chi sospetta che non sappia cosa sia, il saper sorridere. Leggende narrano che mangia i bambini e sevizia i dipendenti svogliati.
Però... E' un gran figo.
Non è il tipico bellone da film ma è molto piacente. Immaginatevi un uomo sui 35, asciutto e ben tenuto di fisico, abboniamo il fatto che non sorride (e magari diamoglielo come pregio, per renderlo tenebroso), condito da una posizione di potere (può decidere della mia vita e della mia morte in quella fabbrica) ed ecco a voi il T-Rex.
Vabbè, sarà un cattivone ma almeno mi rifaccio gli occhi. E se vuole punirmi, può farlo quando vuole, sono proprio una cattiva ragazza, se è questo che vuole ... Ok, ora cado nel ridicolo e nello sconcio.
Qualcosa mi dice che non avrò vita facile.
Ah, e io che credevo di aver chiuso con i mostri!

martedì 18 settembre 2012

L'amore non fa per me.

Lo Stronzo e la Bufala sono andati a convivere. Oppure ci andranno a fine mese.
Non voglio spiegare questa frase, l'ho solo voluta riportare così come m'è stata detta. Quello che più m'ha sorpreso, è che saperlo mi ha fatto male. Mi sono data subito della stupida, è naturale che qualcosa mi facesse male, in amore è sempre così.
Devo essere sincera e ammettere che non muoio d'amore per la notizia ricevuta, non mi struggo al pensiero che ora costruiranno una vita insieme, ho solo provato un lieve dolore. E ho iniziato a pensare al nostro passato, a quell'anno insieme, che Lo Stronzo ha buttato nel cesso come la peggiore delle schifezze.
Ma ora si sono rimessi insieme da un pezzo, e io non potevo aspettarmi altro, se non l'essere dimenticata. Da lui, perchè lei di me si ricorda, eccome. Continua a chiedere a tutti di me, continua a criticare tutto di me, continua a guardarmi male, a provocarmi, e io, io sorrido.
Lei ha l'oggetto (no, di lui non voglio parlarne come una persona) che amo, ma sono io quella che sorride.
Lei ha il premio più prezioso e mi guarda, invidiosa, verde di bile, dall'alto in basso; lascia sporgere il suo sederone opulento e butta in fuori il petto, con un'espressione che sembra una smorfia, stampata nel faccione paffuto, lo fa sempre, non può evitarlo, eppure io non ho niente! E' lei che ha tutto, ma non ha avuto cosa vuole davvero.
Io so perchè è invidiosa di me, se fossi in lei anche io lo sarei.
Credeva che sarei morta, era convinta di avermi atterrata, di avermi levato la vita. Poi ha visto che io ho preso a vivere lo stesso, anche meglio di prima. Ha visto che ero forte, ha visto che io avevo una cosa che lei  non ha mai avuto, una cosa che non l'avrebbe costretta a rimettersi con il suo ex del quale non le importava, se solo l'avesse avuta: il coraggio di stare (bene) da sola.
Non è una cosa da poco: credete che se richiamassi qualcuno dei miei ex, non ce ne sarebbe nessuno pronto a rimettersi con me? Certo che c'è! Ma quella è la via più facile, ritornare indietro invece di andare avanti.
Non è un comportamento da me. Io vado avanti, volto pagina, me ne lavo le mani.
Sono cambiata tantissimo, sono quella che volevo essere.
Sono una persona diversa, ora. Non sono la ragazzina che non sapeva nulla della vita, la mocciosa che marinava la scuola a un mese dalla maturità, pur di vedere Lo Stronzo.
Non sono più quella che beve di sabato sera e fa la gallina perchè lui non vuole fidanzarsi davvero con me. Eravamo insieme ogni giorno, e in ogni secondo passato insieme a lui, io mi sentivo morire. Eravamo tutto: amici, amanti, spalle su cui piangere. Lei s'è persa tutto il suo dolore, quello che provava per la sua stessa assenza, per la disoccupazione, per la vita. Mi sono presa cura di lui e non aveva senso, ma l'ho fatto anche se lo sapevo. Non volevo che andasse via, che mi lasciasse ma non facevo altro che piangere.
Ora, per fortuna non è così, piano, piano ho ripreso possesso di me stessa, ho perso l'abitudine di bere troppo, il peso in più, e ho smesso di piangere. Anzi, ora rido un sacco.
Le persone cambiano e non cambiano mai.
La soddisfazione più grande di tutta questa storia me l'ha data Acidella, la mia amica, quando m'ha detto: "Sei cambiata un botto, ma così sei bellissima", e non diceva (solo) fisicamente, ma come persona.
Questo è il complimento più bello.
Adesso, dopo tutto questo tempo, mi sto godendo la vita e non ho nulla a cui pensare.
Nemmeno se loro vanno a convivere.
Non fraintendetemi, non è che non mi piaccia l'amore, è bellissimo da vedere, quando è vero.
E io dubito che andare a convivere con un ragazzo che si dice di amare solo perchè sennò si sarebbe sole, sia vero.
Ma il succo della questione è : che convivano, che facciano figli, una squadra di calcio, uno zoo, quello che vogliono, basta che non mi mettano in mezzo.
Io continuerò a sorridere, qualsiasi cosa succeda.
La gioia è arrivata quando l'unico oggetto che me la procurava, è stato buttato.
E' stato come liberarsi d'un peso.
E ora la mattina mi alzo, mi guardo allo specchio amandomi profondamente e capisco che finalmente sono felice. Ma felice poi di cosa? Che l'amore non faccia per me.

domenica 16 settembre 2012

UNA RELAZIONE SODDISFACENTE SECONDO IL MASCHIO MEDIO.

Buona domenica!
Premetto che mi sto destreggiando (malissimo) tra il mio nuovo lavoro e tutto il resto della mia vita, e mi sorge un a domanda spontanea: ma voi donne sposate, con figli, lavoro e pure il cane da portare a passeggio... come fate? Io mi sto perdendo per colpa dei turni! Non immagino come sarebbe se mi sposassi o roba simile.
Premessa fatta, voglio parlarvi di una cosa che mi ha lasciata a dir poco scioccata.
Nella fabbrica dove lavoro ora, nel reparto imballaggio siamo tutti ragazzi tra i 18 e 35-40 anni e per la maggiore siamo donne, quindi vi potete immaginare il divertimento, per gli uomini.
Comunque, tra quei pochissimi uomini, che si contano sulle dita di una mano, c'è anche Donatello, il fidanzato   di G., una ragazza che lavora tra noi femminucce.
Ragazzo molto carino, non c'è che dire, alto, grazioso e gentile.
G., dal suo canto, è una ragazzona opulenta (molto opulenta) e poco curata (pochissimo curata), ma simpaticissima e davvero a modo.
Tutto sommato i due sono una bella coppia, e soprattutto sembrano molto affiatati.
Mi hanno raccontato che convivono e che si sono tatuati l'uno il nome dell'altra con un'aria così adorante... dovevate vederli, sembravano così innamorati! Mi sono detta che l'amore è bello, quando c'è.
Proprio mentre pensavo questo, G. si è allontanata, lasciandomi sola con Donatello, che da bravo ragazzo innamoratissimo della sua fidanzata, mi ha guardata seducente e ammiccante, stampandomi un bell'occhiolino da playboy.
Ah, fortuna che stanno insieme da una vita e che si amano alla follia! Lei si leva di torno per un minuto e lui si butta su di me così! Come se fosse single, come se fino ad un secondo prima non avesse detto nulla.
Io questi uomini proprio non li capisco! Ma per loro avere una relazione soddisfacente è fare i provoloni con tutte le ragazze che passano? Ah, sono veramente demotivata.
Gli uomini sono inaffidabili, credi che il tuo fidanzato non sia capace di questo o di quell'altro e poi scopri cose assurde! Io ho smesso di fidarmi e di interpretare i loro gesti.
Anche perchè se dopo 11 anni di fidanzamento, il tuo lui deve ancora decidere se sei la donna con cui vivere tutti i giorni o se vuole passare la vita con te, non è perchè è confuso, ma perchè non vuole pensarci. Punto.
Se un uomo trova ogni scusa possibile per non presentarti ai suoi genitori, non è perchè è un passo decisivo e vuole essere sicuro, ma perchè è sicuro di non volerlo fare.
Gli uomini sono semplici, sta a noi non renderli complicati.
Non dico che siano tutti così... ma a meno che non siano proprio innamorati... lo sono.
Poi le mie amiche mi dicono che sono troppo cinica! Tsè! Io dopo questo episodio non sono cinica, ma sono proprio senza alcuna fiducia nell'amore.
Speriamo che prima o poi arrivi un segno che mi faccia cambiare idea.

martedì 11 settembre 2012

Rinata dall'inferno.

Ma EnneN che fine ha fatto? E' quello che si chiedono tutti, negli ultimi 5 giorni.
E' morta? E' viva?
Ehm... Non lo so nemmeno io.
La mia vita si sta capovolgendo e io posso solo stare a guardare e sperare.
Ora vi spiego: la qui presente ragazzetta di 20 anni, con un diploma preso a zeppe nel culo (sorry per il francesismo), un anno di lavoro in un call centre, prima di venerdì non si era mai nemmeno scheggiata un'unghia. In soldoni: lavoro pesante pari a zero, nel mio curriculum.
Immaginatevi la mia sorpresa quando venerdì mi hanno chiamata da un'agenzia interinale per andare in prova in una fabbrica di cartoni.
Ho accettato in men che non si dica (attirata dai bei soldini che mi sarei intascata nel caso avessi lavorato un mese intero) e in ancora meno tempo mi sono ritrovata una penna in mano per firmare un contratto... di un solo giorno. Volevo suicidarmi, ma il resto è storia.
Io, una signorina che una volta si limava le unghie in un ufficio, ho lavorato (spaccandomi il chapette) venerdì, sabato, domenica, lunedì e pure oggi, per otto ore tutti i giorni, se non di più, con in testa un'antiestetica cuffietta e una soffocante mascherina. Cavolo, svegliarsi alle 4 è stata dura; quando passavamo davanti al pub per andare al lavoro, c'era ancora la gente dentro. Che rabbia! Domenica sono arrivata in fabbrica alla stessa ora nella quale uscivo dalla discoteca di solito.
Dopo il primo giorno avevo le mani ridotte una schifezza! Unghie rotte, tagli e cerotti dappertutto. Credevo che almeno così, assaporando il lavoro duro, avrei apprezzato di più il mio bello e fresco ufficio... ma no, mi dispiace, non è andata così. La fabbrica è meno stressante e soprattutto più pagata, anche se la stanchezza non è divertente.
Ieri ho fatto proprio la cosa più stupida! Dopo aver fatto scatole su scatole per nove ore e mezza, dopo un'oretta di riposo me ne sono andata anche al call centre. Stavo come in inferno, uno schifo. Appena l'agenzia mi ha fatto sapere che dovevo lavorare alle 5 del mattino anche oggi, me la sono filata.
Vaffan.... quel posto! La mia busta paga per un mese intero di lavoro è di 240€. Preferisco lavorare a settimane in fabbrica! Se mi rinnovano per un'altra settimana me ne vado da quel posto orribile!
Ah, ma prima di andarmene vado da Crudelia DeMon e le sbatto in faccia quella cavolo di busta paga e le dico: "Mangiateli questi quattrini... Ogni giorno in medicine!"
Quante volte rinascerò da questo inferno?
Vi saluto con uno sbadiglio... Buona serataaaaa!!!!

mercoledì 5 settembre 2012

6 ANNI E UN PAIO DI JEANS

Ieri, presa da una certa voglia di cambiare (cioè di mettermi qualcosa di diverso) ho scavato a fondo nell'armadio, alla ricerca di qualcosa di mettibile che non indosso da tanto.
In questa ricerca molto impegnativa (ho un armadio così pieno di vestiti da far impallidire la cabina armadio di Carrie Bradshaw) ho trovato una chicca meritevole di attenzione... Un paio di jeans datati 2006.
Premetto che io ho una vera e propria pazzia isterica per i jeans come per le scarpe. Sono indispensabili per me, senza di loro mi suiciderei. Ne ho come minimo 30 paia e li amo con tutta me stessa. A volte mi metto a contarli per assicurarmi che siano tutti lì.
Tornando a noi, recuperati quei jeans antichi, comprati per andare a scuola quando facevo la prima superiore (quella volta bisognava essere ben vestite ma semplici, le appariscenti come ora le prendevano in giro tutti), mi sono messa a ripensare a quel periodo storico della mia vita.
Era prima che "sbocciassi" se così si può dire, quindi non mi si filava nessuno di pezza, era considerata una vera cozza e pure un pò sfigatella. Fortunatamente nell'estate della prima superiore miracolosamente migliorai (anche grazie a una dieta) e per la seconda superiore ero carina e guardata (da pochi, ma era meglio di niente).
Ah, in che belle avventure mi avevano accompagnata, quei jeans scuri con la zip alle caviglie e un ragnetto ricamato su un fianco. Poi mi stavano da Dio.
Giusto per farmi due risate su quanto sono ingrassata ho deciso di riprovarmeli e... Ci entro. Anzi, vi dirò di più: mi fanno ancora quel sedere splendido come nel mio periodo d'oro.
Mi sono sentita come quelle delle pubblicità dei cereali, che da dimagrite rientrano nei jeans vecchi e sono tutte sorridenti.
Poi ho pensato un'altra cosa: ma io a quattordici anni portavo già una 46? Quindi vuol dire che in sei anni sono cambiata poco e niente. Ma io ricordo chiaramente che a sedici anni portavo una 44 e quei jeans mi stavano da favola lo stesso. Si, ne sono sicura, quando andavo a comprare i jeans prendevo le 44 e forse mi erano anche un pochino larghe, mentre ora... bhè ora evito di comprare i jeans per non far vedere a quella stronza della commessa che ho la 46 (e poi ne ho 30 paia, cosa me ne faccio di altri???). Mah, vai a capire.
Comunque è stata una bella sensazione.
Sono come quando avevo quattordici anni, che figata.
Oltre questa buona notizia, stamattina mi sono pesata e ho riperso il chilo che avevo ripreso dopo il matrimonio. Ah! In barba a quella stronza di mia sorella che era sicura che non ce l'avrei mai fatta. Piano, piano tornerò una 44 come ai vecchi tempi!

lunedì 3 settembre 2012

Un pò di pagine tutte mie...

Buonasera, buonasera.
Dopo due giorni durante i quali sono stata costretta a casa da una sfebbrata e un piede gonfio (non sono inciampata nè caduta, ma ai miei piedi piace gonfiarsi come palloncini, così, senza motivo), oggi sono ancora chiusa tra le mura della mia amorevole abitazione per sicurezza.
Mi auguro che il vostro week end sia stato più movimentato e divertente del mio, passato davanti alla tv e al computer, in assoluta solitudine. Ormai altre ventiquattro ore sola e poi potrò scrivere il manuale del perfetto eremita.
In tutto questo tempo passato nella straripante compagnia di me e me stessa ne ho approfittato per finire un paio di raccontini che avevo iniziato un pò di (tanto) tempo fa. Sì, insomma, una volta, da ragazzina più che altro, scrivevo. Insomma, non ero male, a molte delle mie amiche piacevano le mie storie, le trovavano originali. Ricordo ancora gli occhi sognanti della mia amica E2, che si era perdutamente innamorata di una serie di capitoli incentrati su un personaggio di mia invenzione, tutte le volte che le inviavo un nuovo capitolo della storia.
Ero più portata per la poesia, e avevo sempre un quaderno, un'agenda, un foglio  e una penna tra le mani. Io dovevo scrivere. Dovevo portare in versi o in prosa tutti i miei sentimenti: un paio di miei professori mi credevano una promessa della letteratura. Sono sempre stata una grande lettrice, ma a passare al di là del foglio... Ci vuole un certo talento.
Poi, però, si cresce e si mettono da parte i sogni e le passioni.
Fatto sta che la mia psicanalista, di fronte alla confessione di questa passione un pò sepolta dalla polvere, mi propose di fare un corso di scrittura creativa con il CSM e io ho accettato volentieri. Chissà che ritrovare i miei sogni non mi avrebbe aiutato a uscire dal tunnel della depressione. Il resto è storia.
Ora sono qui, a corso terminato da un bel pezzo, davanti al computer a scrivere dopo sei mesi se non più che non riaprivo Word.
E proprio dopo aver messo l'ultimo punto al mio ultimo racconto, il mio telefono squilla e (a volte il destino è proprio ironico!) l'organizzatrice del corso di scrittura mi dice che il 22 ci sarà la presentazione del libro con i nostri racconti.
Già, per la prima volta vedrò il mio nome stampato su una pagina, in maniera ufficiale... Mi piace il fatto che ci siano un pò di pagine tutte mie. Spero che i (pochi) lettori di questo libretto grossolano scritto da un gruppo di matti con un gran cuore, possano apprezzare le nostre storie, perchè ci rappresentano, in tutto il nostro coraggio.

P.s. Di stampo sicuramente diverso è il mio ultimo racconto, che vi riporto di seguito. Ho voglia che qualcuno legga questa storia appena sfornata.

P.p.s.s Vi avviso che io adoro il libro "Lolita" di Nabokov, quindi i miei personaggi femminili sono delle ninfette giovani, molto giovani, quindi non spaventatevi. Non sono una depravata.


LA BELLEZZA DI JANINE

Ricordo  come fosse ieri, il giorno nel quale i miei occhi furono deliziati dalla sua vista per la prima volta.
Era una calda giornata di fine primavera, il sole iniziava a farsi più audace e Parigi andava riempiendosi di turisti, rinvigorita dal suo fascino romantico.
Quell’anno lo ricordo particolarmente bene, visto che proprio in quel periodo venni colpito per la prima volta da una mancanza assoluta e oziosa di ispirazione artistica. Non riuscivo più a disegnare nulla, la mia mano non tracciava più linee dritte su un foglio da un’eternità, le mie qualità di artista si erano così affievolite che mi pareva un’impresa persino dare vita alle riproduzioni che mi chiedevano i miei clienti più assidui. Inutile dire che mi lasciai prendere dal panico quasi subito, annegando la mia disperazione nello spreco di denaro più assoluto, nella solitudine e nella depressione.
Non ricordo con precisione dove si trovasse il piccolo caffè nel quale solevo perdere le mie giornate, ma ricordo che era un posto poco trafficato, nascosto in un vicoletto tortuoso della città, dove i turisti non arrivavano se non spinti da qualche guida.
L’unica cosa che lo rendeva famoso nelle vicinanze era un il televisore nuovo che la proprietaria aveva comprato per guardare le partite di calcio dei mondiali.
Si chiamava “Chez Lorene”, nome piuttosto femminile per un locale piccolo e volgare come quello. Il colore che prevaleva su tutto era il marrone: qualsiasi cosa era in legno o finto legno, le mura erano state accuratamente imbiancate di marrone per dare quell’impressione, le tovaglie dei vecchi tavoli erano di un color nocciola che rendeva il tutto molto grossolano. Se non fosse stato per i quadri ritraenti varie pin-up, vecchie pubblicità anni ’60 e locandine di film dello stesso periodo, nessuno avrebbe mai compreso che il locale era ispirato agli Stati Uniti di quell’epoca.
Madame Lorene, l’opulenta e imbronciata proprietaria, era così orgogliosa del suo caffè che nessuno si era mai permesso di dirle nulla in proposito del suo cattivo gusto.
Dunque, ormai appassito dalla mancanza del mio genio artistico, mi consolavo passando le mie giornate a bighellonare in quel posto volgare, a bere rum e a ciarlare con gli squattrinati clienti abituali di Madame Lorene. Credevo che in un posto per popolani come quello, privo d’arte ed estetica degna di questo nome, nulla avrebbe potuto farmi sentire un artista fallito.
Come potevo sentirmi inferiore a qualche mio collega lì, dove l’unica cosa di buon gusto era l’insegna? Speravo che la mia autostima potesse riprendersi in fretta, ma dovevo fare i conti con l’improvviso senso estetico che Madame Lorene stava per dimostrare.
Quella giornata di maggio, arrivai al caffè verso le undici di mattina, come sempre.
Il mio umore era particolarmente nero, la vista della città così armoniosa mi rendeva ancora più schiavo della mia fase oscura.
Mi sedetti al solito tavolo fuori, sotto un consunto ombrellone color cioccolato, leggendo il giornale; ordinai un caffè e, forse non mi sarei accorto che la mano che poggiava la tazza davanti a me non era quella grassoccia di Madame Lorene, se la donnona non avesse chiamato la sconosciuta a gran voce:
“Janine, Monsieur Guerin a donné un pourboire puor toi!”
Alzai gli occhi d’instinto e mi trovai davanti a qualcosa di veramente meraviglioso: un volto femminile degno d’esser chiamato tale. Era un visino ovale, caratterizzato da dolcissimi occhi verdi, messi in evidenza dalla pelle abbronzata della ragazza. Un nasino elegante e all’insù attirava lo sguardo, per poi lasciarlo ricadere sulla sua bella bocca succosa, increspata in un sorriso.
Rimasi stupefatto: mai avevo visto più grazia espressa dalle ciglia d’una donna, mai avevo potuto ammirare una pelle più perfetta di quella, mai i raggi del sole avevano giocato tanto bene come facevano con i riflessi biondi di quei boccoli.
“Ah, oui Tante?” rispose la giovane, zelante, dirigendosi verso la cassa.
Estasiato dalla visione di quella immensa bellezza, chiesi a Madame Lorene chi fosse.
“Elle est la fille de ma soeur” mi rispose la donna, mentre puliva il bancone con molto olio di gomito.
Mi spiegò in seguito che la giovinetta aveva quattordici anni e aveva lasciato la scuola, così la sorella aveva pensato di mandarla a lavorare da lei, per non lasciarla in balia del suo destino.
Pensai immediatamente che l’ironia della sorte era molto sottile: una donna sgraziata come Madame Lorene aveva come nipote la grazia fatta persona. Infondo se il gusto dell’orrido della donna si era guadagnato clienti grossolani, la grande bellezza della piccola Janine ne fece guadagnare il doppio.
Già poche ore dopo la sua entrata nel caffè, la nipote della proprietaria aveva fatto scalpore e portato diversi curiosi a prendersi “un pot” per vederla.
Per quanto mi riguardava, la mia depressione non migliorò affatto alla vista della bellissima ragazzina. Quel giorno fu piuttosto disastroso per la mia autostima: il Signore era stato un artista assoluto a creare una cosa tanto meravigliosa. Certo, era stupido sentirsi un artista inferiore rispetto al Creatore, ma il mio ego distorto non trovava pace nemmeno in quella vista così appagante.
La studiai tutto il giorno, mi aveva scosso così tanto che ricordo ancora cosa indossava e come si muoveva.
Era alta, aveva un corpo snello e affusolato, affatto goffo come le altre sue coetanee, le sue gambe erano lunghe e lisce, scoperte da un paio di calzoncini rosa chiaro. Portava una maglietta bianca di cotone a maniche corte e la pelle appena ambrata da quel sole più caldo, sembrava caramello rovente.
La cosa più elegante del portamento della piccola e magra Janine era il modo di camminare: per non parlare della catenina d’argento che aveva legata attorno alla fina caviglia sinistra! Le dava il tocco magico, soprattutto accostata alle scarpe da ginnastica di tela nera.
Era il capolavoro più bello che si potesse avere la fortuna di vedere.
Nei giorni e le notti seguenti non ci fu che la bellezza di Janine nei miei pensieri.
Non facevo che pensare a quanto era assurda la grazia trasudata dalle sue mani, a quanto sembrasse sempre a suo agio, a quanto fosse semplice e ingenua. Ella non sapeva di essere bella, era così presa dalla vita nel locale che non si chiedeva perché chiunque la guardasse.
Non era possibile che la titolare d’una tale bellezza non peccasse di superbia, se avesse visto davvero l’immagine che lo specchio le rimandava; era meglio così, la sua ingenuità la rendeva ancora più bella.
Iniziarono ad affluire al locale orde di ragazzini, uomini, studenti e anche qualche lavoratore straniero.
Ricordo che quasi nessuno dei suddetti sapeva cosa ordinare (nonostante il menu non fosse così vasto), richiedendo sempre il consiglio di Janine. Allora la ragazza prendeva ad elencare tutto quello che il caffè offriva, alzando gli occhi verso il soffitto, concentrata per ricordare. Che tesoro che era! Quando pensava di aver dimenticato qualcosa corrugava le sopraciglia e sulla pelle dorata della sua fronte si formava una deliziosa rughetta. Gli uomini e i ragazzini, estasiati, rimanevano ad ascoltare la sua vocina dolce fino a che non avesse finito il suo minuzioso elenco, per poi prendere il solito caffè o succo d’arancia.
Per quanto mi riguardava li trovavo ridicoli. Certo, passavo anche io l’intera giornata a perdermi nella bellezza meravigliosa di Janine, ma evitavo di infastidirla o di essere maleducato: me ne stavo seduto al mio solito posto ad osservarla segretamente. Dopo una settimana conoscevo tutte le sue espressioni e sapevo tutti  i gesti che la imbarazzavano.
Lei, d’altro canto, non mi guardava quasi mai: mi salutava al mattino e alla sera, ma quando rimanevo l’unico cliente si metteva a pulire il bancone a testa bassa.
Un giorno, circa due settimane dopo il suo arrivo, la pizzicai a posare lo sguardo su di me: subito abbassò la testa e si rimise a pulire il bancone con lo straccio, con le guance che lentamente diventavano color porpora.
Se tutte le mie notti le passavo nel tormento di quella bellezza, quella notte la passai chiedendomi se Janine avesse un debole per me. La mia mente suggestionabile di artista vagava, arrivando ad immaginare se mai avessi potuto godere della vista di tutta la sua pelle, di ogni centimetro del suo corpo. Mi chiesi che colore avrebbero preso i suoi occhi se l’avessi sfiorata dove una ragazzina di quell’età non sa che si ricevono le carezze. E le sue gote? Il rossore l’avrebbe certamente invase se l’avessi baciata.
Roventi, ecco come furono i miei pensieri di quella notte; parve non finire mai, fu un bagno di sudore infinito, crogiolato nel dubbio e provocato dal pensiero di quelle coscie così lisce … Dio, un uomo della mia età non poteva guardare una bambina!
Ma era bella, troppo bella. Un capolavoro della natura, l’opera d’arte più bella che avesse mai dato luce alla mia vita.
Come potevo non amare tutto ciò, io che ero un artista? La mattina dopo, quando vidi il sorriso raggiante della piccola Janine, tutta la vergogna e l’agonia provate quella notte svanirono nel nulla.
Certo, la desideravo, ma non come un depravato o come uno dei ragazzini che la ammiravano. Desideravo lo spirito artistico che albergava in lei, desideravo produrre anche io un’opera d’arte come lei, che stupisse il mondo.
Più la guardavo, più mi stupiva. Più mi evitava, più voleva guardarmi. La sua manina tremava quando mi portava il caffè di mattina e lo faceva anche la sera, quando prendeva la mancia che le lasciavo sul tavolo.
E non è forse l’arte stessa che ama l’artista? Janine e io non avevamo speranza di amarci. I venti anni che ci separavano, la società non li avrebbe mai accettati.
Allora cosa potevo fare per non lasciar correre una bellezza simile? L’amore mi corrodeva, pareva che le mie giornate non avevano senso, non la notte, quando lei non era presente. Volevo solo ammirarla.
E l’avrei ammirata per sempre.
Un mattino trovai una matita accidentalmente dimenticata sul tavolo dove solevo sedermi.
Un segno del destino?
La mia spada d’un tempo ormai m’era nemica. La guardai con diffidenza, quasi nauseato.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto fare i conti con la mia arte senza un bicchiere di rum davanti agli occhi, ma non mi sentivo affatto pronto.
Presi tra le mani quella matita, sudando freddo: erano settimane che non disegnavo e tutto ciò che avevo disegnato prima era stato un fallimento. Sapevo che non avrei sopportato un altro buco nell’acqua. Meditai a lungo, poi presi con cautela un tovagliolo di carta, deciso a rompere la mia astinenza dall’arte.
In quel momento si fece spazio in me la consapevolezza di dover riprodurre l’unica cosa che mi ronzava in testa da tempo: la vidi intenta a preparare un caffè, con i capelli dorati che le circondavano il volto, la mia bella Janine.
Promisi a me stesso che se non fossi riuscito a darle giustizia con un ritratto non avrei più messo piede in quel locale, non l’avrei più vista, perché in quel caso non meritavo di guardarla in viso.
Così deciso, devo dire che rispettai la mia promessa: impiegai un’intera giornata di scarabocchi e un migliaio di tovaglioli accartocciati, ma riuscii a farle un ritratto meraviglioso.
Incredulo di cosa avevo creato, ero sicuro che era stata la forza dell’amore a compiere quel miracolo, oppure era stata la bellezza di Janine a guidare la mia mano sui suoi tratti e a dar vita a quella meraviglia.
Quando l’ennesimo gruppo di adolescenti se ne fu andata, mi avvicinai alla mia musa; ancora ricordo il rossore che sorprese le sue gote e lo stupore nei suoi occhi, quando mi vide appropinquarmi a lei.
La guardai dritta in viso, lasciandomi inebriare dal suo profumo leggero; mai m’ero avvicinato tanto a quella meraviglia. Sorridendo divisi i due veli del tovagliolo sul quale avevo riprodotto la sua figura, tenendo il calco e donandole l’originale.
“Pour Vous, Mademoiselle” dissi, nel mio francese migliore.
La ragazza lo guardò e si portò una mano alla bocca, come se si vedesse allo specchio per la prima volta.
“Merci Monsieur! C’est… C’est… encroyable!” balbettò, tutta rossa e felice.
“Comme Vous” le risposi girandomi e andando via.
Il giorno seguente non tornai al caffè, ma mi dedicai a portare il calco del ritratto su tela. Dopo varie settimane di lavoro, la mia giovane musa era lì, che mi guardava come se fosse vera. Il risultato del mio lavoro era spettacolare, fu il mio capolavoro migliore, il mio cavallo di battaglia.
La critica lo amò, venne valutato tantissimo, quanto nessun altro mio quadro è stato valutato o verrà mai preso in considerazione.
Mi portò sulla cresta dell’onda, mi diede successo, cambiò la mia vita. Dopo quell’episodio, ogni volta che venivo colto dalla mancanza di ispirazione mi rifugiavo nel ricordo della leggiadria di Janine, senza esitare o a perder tempo con l’alcol e l’ozio. Appena tento di tracciare su carta il viso della ragazza, tutt’ora sento il brivido dell’arte che mi scorre dentro, come quel giorno nel caffè. Se non fosse stato per Madame Lorene e sua nipote, ora sarei un riproduttore d’opere squattrinato e alcolizzato.
Forse, se il mondo avesse saputo che avevo soltanto riportato la realtà su tela, non sarei considerato un grande pittore e la mia arte sarebbe chiamata squallida e volgare.
Non sono mai più stato “Chez Lorene” e non ho più visto la mia meravigliosa e dorata musa, quella fatta di carne e ossa, anche se a volte mi chiedo dove possa essere finita o come le va la vita. Credo, comunque che già essere a conoscenza del fatto che ella vive ed esiste davvero, sia una delle più grandi fortune per un’artista.
Un’altra fortuna?
Spesso mi chiedono chi voglio ringraziare per il mio successo e io mi sento onorato nel rispondere sempre:
“La bellezza di Janine”.

venerdì 31 agosto 2012

LAVORO IN UNA TRINCEA

Eh, sì, tempi duri nel call centre di telefonia dove lavoro, tempi duri. "Non riuscite più a produrre" ci accusa la famosa Capa Suprema, meglio conosciuta come Crudelia DeMon o in alternativa Satana (così la chiamava Tezò) o in alternativa Hitler, "eppure i ragazzi che vendono luce e gas fanno così tanti contratti!".
E a guardarci ci sono differenze quasi palpabili tra noi "Telefono" e loro "Luce": appena si mette piede nel nostro call centre si trova la sottoscritta, fornita di jeans stretti, maglie scollate e tacchi alti mentre si lima le unghie fingendo di ascoltare la canata del cliente incazzato di turno. Poco più in là c'è I. alla sua scrivania, che da brava responsabile sta su Facebook con l'Iphone a farsi gli affaracci suoi. Tutti gli altri operatori se ne stanno ad ammazzare il tempo chiacchierando tra loro e giocando a Briscola.
Nel call centre Luce, invece, sono tutti, e dico, TUTTI dediti a qualche importante telefonata per salvare il mondo da un imminente black out o ad aiutare Superman a cuocersi un uovo al tegamino.
Questa è l'unica differenza e vi spiego il perchè: se si telefona per 3 anni di fila, tutti i giorni (salvo la domenica, ovvio) alle stesse 4 persone, alla fine queste ci mandano a ... farci benedire.
Se invece una persona che non è mai stata chiamata viene contattata per risparmiare il 10% della salassata di luce e gas che paga ogni bimestre, è ben contenta di ascoltarti. Tutto qui, non c'è altra motivazione.
Giustamente, però, Crudelia DeMon e la sua astuzia infinita non possono arrivare a capire questo semplicissimo meccanismo (come non arriva a capire che i peli sotto le ascelle non sono AFFATTO di moda) e allora cosa fa? Licenzia quasi tutti, perchè siamo noi che non funzioniamo.
La cosa più buffa sapete qual'è? Che se speravo di essere in quel 90% di operatori che rischia il licenziamento... mi sto sbagliando di grosso. A quanto pare io "porto risultati" (per usare la sua terminologia) così non credo che mi licenzierà o mi sbatterà nel call centre Luce a fare tanti soldi. No, io sono destinata a prendere 2 spiccioli con il telefono per sempre.
Con un destino da poveraccia che mi attende, prendo il fucile e vado in quella trincea di ufficio, sennò faccio tardi.
Baci, baci!

giovedì 30 agosto 2012

Accettare le curve

Sto leggendo un libro molto illuminante, che dal titolo vi dirà tutto: "Curvy".
E' stato scritto da due giornaliste di moda, Daniela Fedi e Lucia Serlenga e dalla foto che da un volto a questi due nomi, capisco anche perchè lo abbiano scritto: sono delle belle burrossette.
"E' ARRIVATO IL MOMENTO DELLE DONNE CURVY" troneggia sul retro del libro, e l'unica cosa che posso dire è ... Finalmente.
Io, EnneN, 20 anni, un metro e sessantaquattro centimetri scarsi, tanti chili, troppi chili (il mio peso è un grande segreto che mi porterò fino alla tomba) e una taglia 46, sono una delle tante ragazze e donne che lottano da anni contro il grasso con pochi successi (una volta ero smilza, ma ora sembra che la magra che ero me la sono mangiata).
Noi donne grassoccie lottiamo con le curve tutta una vita, senza capire che forse dovrebbe interessarci di più la nostra salute invece che la bellezza.
Dieta Dukan, dieta a zona, dieta della mela, dieta del sedano, dieta di questo cavolfiore, dieta di quell'altra verdura insipida ... Insomma, basta! Rivoluzioniamo il nostro modo di vederci, e questo libro può veramente aiutare tutte coloro che vogliono amarsi anche con qualche rotolino.
Parla della moda, di come i grandi stilisti vedano le curve femminili, della loro idea di grassezza, di cosa aiuta noi curvy a valorizzarci e dei segreti che le star portano sotto gli abiti. Sono sicura che se qualcuna di voi lo leggerà ne rimarrà sorpresa.
Sarà che sono un pò zen, ma credo che da oggi continuerò con la mia alimentazione basata su verdure, frutta, carne e pesce, ma lo farò con meno rigidità. E' bene essere sane e non assomigliare ad un armadio a tre ante... Ma un paio di curvette è bene tenersele! Sono più che convinta che imparando ad acconciarmi e a vestire quello che mi valorizzi sarò meglio che da magrolina.
Una 46 può essere sexy, più sexy di una 38, anche senza indossare un tendone da circo.
Ah, speriamo solo che non sia un abbaglio!
P.S. il prossimo libro che ho intenzione di comprare è "10 BUONI MOTIVI PER NON METTERSI A DIETA" per farmi un paio di risate... sperando che questi motivi siano più che validi.