giovedì 23 aprile 2015

Da grande farò la donna in carriera!

Buongiorno Italia!
Buongiorno giovani e meno giovani d' Italia!
Oggi vorrei trattare un argomento che mi sta particolarmente a cuore anche se non ne parlo spesso quanto mi piacerebbe fare (giusto perchè nel nostro Bel Paese è quasi assente):
Rullo di Tamburi...
IL LAVORO.

Dunque eccoci qua.
Io sono particolarmente attaccata a questo discorso, visto e considerato che la mia aspirazione di vita è sempre stata quella di fare carriera.
Sì, ero una bambina e nel profondo del mio cuore mentre le mie amichette sognavano il principe azzurro, io pettinavo le mie Barbie e mi dicevo che un giorno, da grande, sarei stata una donna in carriera, proprio come la mia amata e bionda bambola (infondo Barbie è dottoressa, pilota, attrice, CEO di una multinazionale... no?).
Le vedevo nei film, le donne in carriera ed erano tutte così belle, fasciate nei loro tailleur di alta sartoria, coi loro fisici statuari e l'accento elegante nella voce, che ne rimanevo affascinata.
Sognavo di diventare anche io una di quelle signore single che mettono in soggezione gli uomini con il loro talento lavorativo, il loro carattere determinato e le loro palle (scusate la volgarità).
E devo dire che sono quasi riuscita nel mio intento, e ho solo 23 anni!
O meglio, il caratteraccio e le palle ci sono, ora devo trovare la carriera e ho fatto!
Purtroppo negli anni le cose non sono andate come volevo e non ho potuto proseguire i miei studi andando all'università, ma poco importava! Il meraviglioso mondo del lavoro mi attendeva a braccia aperte, ne ero sicura, le persone volenterose e determinate trovano sempre pane per i loro denti.
Solo che il pane che ho trovato io, sapeva di muffa.
Così, presa dalla disperazione della prospettiva di rimanere disoccupata a vita, sono andata a lavorare in un call center.
Il primo giorno nel quale ho messo piede nel mio primissimo call center, probabilmente ho fatto un tacito accordo con il diavolo per vendere la mia anima, il mio sangue e il mio sudore a quel maledetto lavoro.
Soprattutto però, gli ho lasciato la mia vita e il mio sogno di fare carriera e diventare qualcuno.
"Meglio di niente", mi dicevo.
"Meglio che disoccupata", mi ingannavo.
Solo che con il passare del tempo le cose non sono migliorate, anzi: ora vivo sola con mia sorella e vivere con quel denaro è difficile, soprattutto quando lo stipendio migliore che entra in  casa è di 500 euro.
Ieri mia sorella è rientrata dal lavoro e mi ha detto che questo mese le hanno dato una busta paga di 25 euro e si sono anche permessi di farle un assegno.
Urge una spiegazione: voglio che sappiate che esistono aziende che pagano al raggiungimento di obiettivi assurdi e se ovviamente si manca il traguardo anche di un solo cliente, loro non danno lo stipendio, risultando che tu sei andata a lavorare gratis per un mese e loro però su di te c'hanno fatto i quattrini lo stesso.
E questo è il lavoro di mia sorella! Una ragazza di 25 anni, senza genitori e con un'unica persona al mondo sulla quale contare: io.
Si sentiva presa per i fondelli e io mi sentivo senza speranze.
Anche perchè il call center (il terzo nel quale lavoro dopo una lunga gavetta) dove ho passato a sputare sangue negli ultimi 3 anni, sta per chiudere i battenti e io mi troverò disoccupata e senza TFR o contributo alcuno.
Quello che mi fa più riflettere è che mi sono sentita distrutta, distrutta di aver perso un lavoro da 500 euro al mese.
E VORREI RIBADIRE CHE NESSUNO DOVREBBE VIVERE CON 500 EURO AL MESE.

Nessuno, nemmeno il più sfaticato sulla faccia della terra.
Però farei provare volentieri una vita simile a quei miliardari (come il capo della notissima azienda dove lavora mia sorella) che fanno contratti simili di lavoro, fuori norma e pretendendo anche l'esclusività.
Poi rinsavisco dalla collera e mi dico che una giustizia esiste, anche in un Paese dove l'ingiustizia è il pane quotidiano, come l'Italia.
Allora mi asciugo le lacrime e gonfio il petto, raccattando i miei sogni di bambina e ricominciando ad immaginarmi in un futuro, con un bel tailleur di sartoria e un ufficio tutto mio.
Sì, da grande sarò una donna in carriera anche io, l'importante è stringere i denti e non arrendersi mai, prima o poi le cose cambieranno anche per me e per tutti quelli che si danno da fare per fare qualcosa di buono nella loro vita.
Sogno troppo? Forse.
Sono ingenua? Sicuramente.
Ma nei periodi bui un pò di illusione non può che fare bene allo spirito.