lunedì 6 agosto 2012

SEXY PARTY CHICKS

Premessa a questo post: il call centre dove lavoro io è una calamita per i gay.
Dopo la prima ragazza trans che è venuta a lavorare da noi, è stato un susseguirsi di nuovi operatori dell'altra sponda, tra cui il mio amato Tezò, che adoro e la nostra new entry, Lu., una trans brasiliana.
Non siamo un ufficio omofobo, noi, quello è più che ovvio.
Giò, la prima trans che è entrata a lavorare nel call centre, in realtà si chiama Giovanni ed è uno dei ragazzi più belli della nostra zona, almeno lo era.
Ricordo di averlo conosciuto sette anni fa in discoteca, di pomeriggio, alla festa di Halloween per bambini. Avevo 13 anni e lui 15. E' stato amore a prima vista per me: ballava da Dio e aveva i capelli con lo stesso taglio di Nick Carter, di cui ero pazza. Abbiamo ballato sulle note di "Lady Marmalade" di Christina Aguilera  & Co. e poi ci siamo scambiati i numeri di telefono. Disse che ero carina e che mi avrebbe chiamata, ma è inutile dire che le cose non hanno funzionato tra noi.
Quando mi ha vista al lavoro, a settembre, non sapevo cosa dirle.
Era meravigliosamente femminile. Più di me. Così, è stata lei a rompere il ghiaccio e, sorridendo con il rossetto di Chanel che mette in risalto i suoi bei denti, mi ha detto:
"Tesoro dall'ultima volta che ci siamo viste sono cambiate molte cose".
Eh, sì. Prima era un ragazzino che ballava l'hip hop e ora era un'elegantissima diva. Non si direbbe che è un uomo, se non fosse che le manca il petto.
Dopo Giò, c'è stato Tezò, che è l'esatto contrario.
E' un gay che adora Britney Spears e il PuttanPop in generale, si veste sempre in jeans e lascia la barba un pò incolta, se non si mette a "sfrociare" (cosa quasi impossibile, perchè fare l'oca è più forte di lui) non si vede che è dell'altra sponda.
Lu. è un parrucchiere brasiliano discepolo di Giò, che vuole imparare a sembrare una donna al 100%.
A pelle non mi era simpatica, perchè ha subito declassato le mie chiome bionde dicendo che dovevano essere sistemate.
"Magari ti scurisco le radici, facciamo qualcosa stile Belèn Rodriguez ..."
Preferisco morire, più che farmi i capelli come quella gatta morta.
A parte questo piccolo inconveniente, ora siamo sulla buona strada per diventare amiche.
Bene, ora che vi ho parlato di questi personaggi insoliti, immaginatevi che ho passato il sabato sera a  ballare con loro.
E' stata... una serata tra ragazze, in un modo o in un altro.
La gente ci guardava e Giò e Lu. si sentivano a disagio, mentre Tezò si scatenava in pista (è un meraviglioso ballerino) senza farci caso. Io l'ho preso come esempio e me ne sono fregata della gente.
"Ebbene sì, se ve lo state chiedendo, il trans è la bionda!" ha urlato poi, ad un gruppetto che ci squadrava, puntando il dito verso di me.
Anche se abbiamo riso e ballato tutto il tempo, ci sono stati dei momenti difficili, soprattutto per Lu.
Un paio di ragazzi si sono messi a indicare e bisbigliare, senza parlare di chi al nostro passaggio, dopo la alta Lu. che attirava l'attenzione, si girava e strattonava il proprio amico, per dirgli: "Oh, oh, guarda che frocio quello!".
Ho cercato di spingerla più avanti, altrimenti sarebbe scoppiato il finimondo.
Vivo in un paesino e l'omofobia è il minimo, qui.
Gente che squadra, guarda, fissa, denigra. Mi sembrava di essere una scimmia in uno zoo... figuriamoci come si sentono Lu e Giò ogni giorno.
Il picco lo abbiamo toccato a fine serata, quando un tipo che mi puntava da ore è venuto a provarci. Dire che era viscido è dire poco; avrà avuto 40 anni, ed era anche abbastanza brutto.
Lu. quando lo ha visto si è messa a ridere e lui ha iniziato a offenderla.
Poi si gira e mi fa:
"Ma mi spieghi quanti trans hai intorno?"
"Loro sono le mie amiche" gli faccio io a testa alta "e se non ti sta bene puoi anche andartene".
"No, infatti non mi sta bene" mi risponde schifato.
"Bhè allora filare, caro" e gli ho fatto segno di sparire.
L'ho guardato allontanarsi e poi ho guardato la strana compagnia che mi circondava.
Dio, meglio 100 volte un minuto con loro, anche se non si sa se sono donne o uomini, che una notte intera con un qualsiasi vile che si crede un uomo, ma che non ha nemmeno il cervello di capire cosa davvero conta in una persona.

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