domenica 4 novembre 2012

RICORDI CHE NON COMMUOVONO PIU'

C'era una volta un'estate, una macchina e una strada che ci portava a Riccione.
C'era una volta un ragazza che era diversa da quella che scrive adesso. Aveva i capelli scuri mossi da quel vento che entrava dal finestrino, tutto giù.
C'era un sole che illuminava la nostra pelle, gli occhi socchiusi per la troppa luce e quegli occhiali da sole Ray Ban che lui non mi avrebbe prestato nemmeno a costo della vita.
E c'era quella canzone che cantavamo tutti e due a squarciagola, sorridendo. Quella canzone che nella mia testa è tutt'ora la nostra canzone: no, lo so che non è d'amore. Ma io non ci posso fare niente, quando sento quelle note e quelle parole sono di nuovo la ragazza semplice e ingenua su quella Punto Bianca che sfreccia verso l'ennesimo week end di follie a Riccione.
Lui è di nuovo quel ragazzo "Così sfigato ma tanto tenero!", quello che mette sempre la polo viola e i calzoncini scozzesi abbinati, quello che quando aveva la camicia e i capelli fatti con il gel per me era perfetto, e mi faceva battere il cuore così forte... è così difficile pensare che sia esistito davvero.
Ricordo che da qualche parte c'è stata anche quella tenda per due arancione, quella comprata in saldo per due spicci al Risparmio Casa, dove non entrava nemmeno il più piccolo dei materassi e che non si chiudeva nemmeno del tutto, ma ci ha regalato tanti sorrisi.
C'erano una volta un sacco di sentimenti, c'erano nella tenda, nella macchina, nella sua camicia nera, nel suo gel, nel suo sorriso e nei miei capelli scuri. C'erano. C'erano nelle mie lacrime.
Quelle lacrime non riesco più a versarle, ora piango solo per il nervoso (difetto orribile), ma non per sentimento.
Ora, ora sono arida.

Ci ho pensato ieri, quando parlando con Acidella (che si è appena lasciata con il suo ragazzo), mi ha detto, con gli occhi illuminati:
"Dite quello che volete, ma a me, lui mi piaceva un sacco. Quando si metteva la camicia e la giacca io lo guardavo e pensavo, cavolo, e le gambe non mi reggevano più, ed era la mia morte".
EnneN, dì la verità, da quanto non sentivi parlare di questi sentimenti? Da tanto.
E così ho rivisto la carrellata di immagini di tutti i miei ex e il nodo in gola che mi veniva quando erano vestiti bene. Come arrossivo quando li guardavo e mi facevano rabbrividire. Poi mi è tornato in mente lui, Lo Stronzo. Era inevitabile.
Lui era stato tutti questo ogni santo giorno per un anno. Io pensavo "Cavolo" sempre, ogni volta che lo vedevo, anche appena uscito dal lavoro, impolverato e con quell'orribile cappellino a papalina. Era sempre la mia morte.
Adesso  non sono più capace nemmeno di commuovermi per questo.
Ora sono quella splendida bionda sempre truccata e vestita di tutto punto, che lascia scie sensuali di profumi firmati ma fredda, arida come il gelo.
Quella che finge di essere una svampita ochetta solo per riservare la sua intelligenza a chi la merita. Quella che calcola tutto.
E chi mi vede stenta a riconoscermi, e se mi guardo indietro anche io.
Sono felice da arida, non posso negarlo. Ma a sentire quelle parole... Mi sono sentita un mostro.
"Troppo cervello, troppo poco cuore".
Vorrei poter essere capace di riprovare un brivido del genere. Vorrei essere innamorata solo per un secondo, anche di uno che non mi vuole, non voglio qualcuno accanto a me, voglio solo la certezza di non essere atrofizzata, voglio solo sapere di poter sentire di nuovo dei sentimenti.
In un anno ne ho incontrati di ragazzi, ma non ho lasciato aprire la porta della mia anima a nessuno.
"Non ti innamorare di me" ho pensato più di una volta quando mi guardavano affascinati o quando capivo che mi volevano.
Essere un robot è stata la mia vera felicità, ho conquistato tanta fiducia nell'unica persona della quale non mi sono mai fidata: me stessa.
Ma mi chiedo se sarà possibile essere felici così per sempre.
Mah, forse mi lascio trasportare troppo nei discorsi di chi mi sta intorno! Oppure sono davvero guarita dal dolore? Ah, EnneN sei troppo filosofica!

2 commenti:

  1. Cazzo che donna.
    Sì, tralasciando come ti senti tu, posso dirti che questo post mi ha mozzato il fiato.
    Arriverà chi ti scongelerà il cuore.
    Arriverà.
    Non Credere a me. Ma sono sicura che il tempo mi darà ragione.
    Ciao!

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    Risposte
    1. Sì, hai ragione forse sta per arrivare, chi mi scongelerà. Ma ancora ci vorrà tanto di quel tempo...

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Grazie per i vostri commenti! :)