domenica 15 aprile 2012

Dimostrare maturità di sabato sera.

"EnneN ti prego non farlo!"
La voce allarmata della mia amica Esse sembrava lontana, mentre il sangue mi saliva al cervello.
Dio, quello era troppo, La Bufala cercava le botte. Di nuovo.
Eravamo appena arrivati davanti al pub che siamo soliti frequentare e ce ne stavamo davanti alla grande porta di vetro, i ragazzi volevano fumare una sigaretta prima di entrare. La presenza di quell'essere immondo e della sua ragazza mi era subito saltata all'occhio, ma non credevo che lei mi avrebbe provocata così.
Pochi secondi prima si era girata verso di me e facendo la voce stridula, come per prendermi in giro, sibilò un "Ciao" accompagnato dalla manina che compieva il gesto.
Lo Stronzo le aveva intimato di smetterla ma se non fosse stato per le parole di Esse le avrei strappato tutti i capelli dalla testa.
"Guardami!", disse poi, capendo che non ero più lucida "Lasciala stare, è una cretina. Se una di 24 anni ostenta tanto la sua maturità comportandosi così, mostrale che sei superiore. Io so che tu lo sei".
Lì per lì non risposi, trattenendo a stento le lacrime di frustrazione.
Guardai di sottecchi attraverso il vetro, La Bufala stava giocando a freccette, sentendosi maledettamente fica. Si capiva da come si poneva. L'unica parola con cui poteva essere descritta era "ridicola": con un culo largo come il suo io non mi sarei mai messa addosso una mini gonna stretta e così striminzita che non le copriva nemmeno del tutto le chiappe (ringraziamo Dio per l'invenzione dei fuseaux opachi!) e, tesoro, se sei grassa non puoi vestirti di bianco! E' un colore impietoso! Queste sono le regole basilari dello stile!
Evidentemente lei amava ignorarle, visto che anche la sera che mi aveva umiliato era vestita di quel colore.
Ricordavo le sue parole come se fossero marchiate a fuoco sulla mia pelle: "Sei stata solo una svuota palle per lui!". Sì, lo sono stata per un anno, ma solo perchè sono stata così stupida da credere che mi volesse bene.
Evidentemente mi sbagliavo, perchè lui, Lo Stronzo, aveva lasciato che mi venissero dette cose orribili e false, senza dire nulla a mio favore, anzi, annuiva e puntava il dito contro di me, senza pudore.
Io l'avevo curato per un anno, mi ero presa cura di lui e di tutte quelle ferite che LEI aveva provocato. Ma forse non ero così importante come credevo, per lui.
Me ne stavo in silenzio ad accusare i colpi che loro mi infierivano, preferendo perdere la faccia più che il mio essere una signora. Le mie amiche, quelle vere, tentavano di difendermi e di farmi parlare, anche loro stupite dal coraggio maligno che stava dimostrando Lo Stronzo.
Quella sera il mio cuore era stato spezzato, ma ormai è passato tanto tempo.
"Non posso permetterle di trattarmi così, farei la figura della scema!" risposi poi, tornando alla realtà.
"No, saresti solo più intelligente. Ti starò dietro tutta la sera e se proverà a dire altro la faccio tacere io".
La faccia di Esse si era fatta seria e minacciosa, quindi decisi di fare a modo suo.
Con un ultimo respiro profondo per farmi coraggio, entrai nel pub, facendo iniziare la serata.
Andò tutto liscio e dopo essermi scolata due birre non sentivo nemmeno il nervosismo.
Lasciai passare tutto, anche quando La Bufala quasi non mi bruciò i pantaloni con la sigaretta.
Se lei a 24 anni non capisce nulla non vuol dire che io a 20 devo essere una bambina, proprio come lei. Poi è solo una questione di tempo, so che se ne andrà di nuovo, lasciandolo per un altro come aveva fatto la prima volta. Allora non dovrò più vederla.
Ma aldilà del fatto che ero orgogliosa di come mi stavo comportando, l'unica cose che mi frullava in testa era:  "Cristo, quella gonna è proprio orribile".

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