venerdì 19 giugno 2015

IL GIORNO DEL TRASLOCO (IL BILANCIO DI UNA VITA)

Alla fine è arrivato questo grande giorno, il giorno dei grandi bilanci, peggio che a Capodanno.
E pensare che fino a poco tempo fa scuotevo la testa e dicevo "Non c'è niente per me qui, non ho niente da lasciare", credendo che sarebbe stato facile, che non mi sarebbe importato.
In realtà non è così.
Ho avuto ricordi indelebili, incontrato persone indelebili e salutarle è stato difficile, così come salutare questi posti che alla fine mi erano così familiari e sicuri.
Mi terrò strette le ultime occhiate, come fotografie nella testa, ricordando i volti degli amici che vorrei poter incontrare di nuovo per caso, magari domani a fare la spesa. O uscendo di casa incrociarli distrattamente alle poste o in fila dal dottore.
Come quei nemici che invece mi sembravano  così insopportabili e che adesso vorrei poter riconoscere e dir loro che era stupido odiarsi, stringendogli la mano e sorridendo con tutta la serenità del mondo.
In pace.
Con quella stessa pace ricorderò tutti i paesaggi, sentirò nelle orecchie il dialetto e la cadenza ai quali ormai appartenevo da vent'anni.
Guarderò a tutto ciò con le labbra sorridenti e con il gusto dell'infanzia che nel mio caso è stata lunghissima e che ancora non è terminata.
Ho fatto molto in questa giovinezza infinita e molto di quello che ho fatto era sbagliato, ma non mi pento di nulla dato che ogni singolo gesto mi ha reso quello che sono oggi e mi renderà ciò che diventerò da grande.
Niente è facile nella vita e non mi aspetto di certo che cominci ad esserlo ora, ma ho capito che le cose sono belle o brutte, in base alla prospettiva che l'occhio usa per guardarle.
Visto con la luce giusta, il mondo diventa un paese piccolo, piccolo, talmente tanto che prima o poi ci si conosce tutti quanti.

martedì 26 maggio 2015

RICERCATRICE

Ho passato la mia intera vita alla ricerca disperata di qualcosa:
la dieta perfetta, l'affetto dei miei cari, un paio di mutande che non segnassero sotto i leggings, l'affermazione del mio essere, il rossetto del colore giusto, la meta della mia esistenza, il jeans che calzasse perfettamente la vita e che stringesse in maniera giusta sulle chiappe, il parrucchiere che non spunta più di due dita, un sentiero da seguire anche al buio, un reggiseno che non comprimesse il petto, la crema che mi rendesse più elastico il viso, la tonalità di capelli che mi stesse meglio, una carriera che fosse soddisfacente. la crema solare per il mio fototipo, un'emozione che mi sconvolgesse come il vento selvaggio, la forma del mio corpo, la fede in qualcosa di superiore, un sogno per la vita e la scollatura che slanciasse la mia figura.
Figuratevi un pò se mi metto pure alla ricerca dell'anima gemella.
Tsè! Io mi sono già stancata di fare la ricercatrice, voi no?

giovedì 23 aprile 2015

Da grande farò la donna in carriera!

Buongiorno Italia!
Buongiorno giovani e meno giovani d' Italia!
Oggi vorrei trattare un argomento che mi sta particolarmente a cuore anche se non ne parlo spesso quanto mi piacerebbe fare (giusto perchè nel nostro Bel Paese è quasi assente):
Rullo di Tamburi...
IL LAVORO.

Dunque eccoci qua.
Io sono particolarmente attaccata a questo discorso, visto e considerato che la mia aspirazione di vita è sempre stata quella di fare carriera.
Sì, ero una bambina e nel profondo del mio cuore mentre le mie amichette sognavano il principe azzurro, io pettinavo le mie Barbie e mi dicevo che un giorno, da grande, sarei stata una donna in carriera, proprio come la mia amata e bionda bambola (infondo Barbie è dottoressa, pilota, attrice, CEO di una multinazionale... no?).
Le vedevo nei film, le donne in carriera ed erano tutte così belle, fasciate nei loro tailleur di alta sartoria, coi loro fisici statuari e l'accento elegante nella voce, che ne rimanevo affascinata.
Sognavo di diventare anche io una di quelle signore single che mettono in soggezione gli uomini con il loro talento lavorativo, il loro carattere determinato e le loro palle (scusate la volgarità).
E devo dire che sono quasi riuscita nel mio intento, e ho solo 23 anni!
O meglio, il caratteraccio e le palle ci sono, ora devo trovare la carriera e ho fatto!
Purtroppo negli anni le cose non sono andate come volevo e non ho potuto proseguire i miei studi andando all'università, ma poco importava! Il meraviglioso mondo del lavoro mi attendeva a braccia aperte, ne ero sicura, le persone volenterose e determinate trovano sempre pane per i loro denti.
Solo che il pane che ho trovato io, sapeva di muffa.
Così, presa dalla disperazione della prospettiva di rimanere disoccupata a vita, sono andata a lavorare in un call center.
Il primo giorno nel quale ho messo piede nel mio primissimo call center, probabilmente ho fatto un tacito accordo con il diavolo per vendere la mia anima, il mio sangue e il mio sudore a quel maledetto lavoro.
Soprattutto però, gli ho lasciato la mia vita e il mio sogno di fare carriera e diventare qualcuno.
"Meglio di niente", mi dicevo.
"Meglio che disoccupata", mi ingannavo.
Solo che con il passare del tempo le cose non sono migliorate, anzi: ora vivo sola con mia sorella e vivere con quel denaro è difficile, soprattutto quando lo stipendio migliore che entra in  casa è di 500 euro.
Ieri mia sorella è rientrata dal lavoro e mi ha detto che questo mese le hanno dato una busta paga di 25 euro e si sono anche permessi di farle un assegno.
Urge una spiegazione: voglio che sappiate che esistono aziende che pagano al raggiungimento di obiettivi assurdi e se ovviamente si manca il traguardo anche di un solo cliente, loro non danno lo stipendio, risultando che tu sei andata a lavorare gratis per un mese e loro però su di te c'hanno fatto i quattrini lo stesso.
E questo è il lavoro di mia sorella! Una ragazza di 25 anni, senza genitori e con un'unica persona al mondo sulla quale contare: io.
Si sentiva presa per i fondelli e io mi sentivo senza speranze.
Anche perchè il call center (il terzo nel quale lavoro dopo una lunga gavetta) dove ho passato a sputare sangue negli ultimi 3 anni, sta per chiudere i battenti e io mi troverò disoccupata e senza TFR o contributo alcuno.
Quello che mi fa più riflettere è che mi sono sentita distrutta, distrutta di aver perso un lavoro da 500 euro al mese.
E VORREI RIBADIRE CHE NESSUNO DOVREBBE VIVERE CON 500 EURO AL MESE.

Nessuno, nemmeno il più sfaticato sulla faccia della terra.
Però farei provare volentieri una vita simile a quei miliardari (come il capo della notissima azienda dove lavora mia sorella) che fanno contratti simili di lavoro, fuori norma e pretendendo anche l'esclusività.
Poi rinsavisco dalla collera e mi dico che una giustizia esiste, anche in un Paese dove l'ingiustizia è il pane quotidiano, come l'Italia.
Allora mi asciugo le lacrime e gonfio il petto, raccattando i miei sogni di bambina e ricominciando ad immaginarmi in un futuro, con un bel tailleur di sartoria e un ufficio tutto mio.
Sì, da grande sarò una donna in carriera anche io, l'importante è stringere i denti e non arrendersi mai, prima o poi le cose cambieranno anche per me e per tutti quelli che si danno da fare per fare qualcosa di buono nella loro vita.
Sogno troppo? Forse.
Sono ingenua? Sicuramente.
Ma nei periodi bui un pò di illusione non può che fare bene allo spirito.


mercoledì 28 gennaio 2015

A SOLI DUE GIORNI DAL MIO VENTITREESIMO COMPLEANNO, MI SEMBRA DI NON AVER MAI PASSATO IL SEDICESIMO.

La gente crede sempre di sapere cosa è giusto per me e io mi chiedo come mai.
Insomma, io non vado a ficcare il naso negli affaracci altrui, mettendo becco.
Eppure sono una fottutissima impicciona, mi piace sapere, la curiosità è una delle mie caratteristiche principali, in tutto anche per quello che riguarda la mia vita sociale. Nonostante ciò, comunque riesco a non imporre alle persone che conosco (che ormai, da quando mi sono fatta cinica non sono poi così tante) quello che io penso dovrebbero fare per forza.
Parliamoci chiaro: me faccio li fattacci mia.
Mia madre non è una campionessa in questo, anzi, si diverte a impormi continuamente i suoi consigli non richiesti.
E indovinate un pò cosa deve sempre criticare di me? Il peso.
Il mio peso la disturba enormemente e una volta disturbava anche me, così ho risolto il problema alla radice: non salgo sulla bilancia e ho fatto pace con lo specchio.
A mio modesto parere sono splendida così come sono, soprattutto quando sorrido, ma lei non la pensa come me.
Un pò in passato mi ha fatto ridere, questa sua fissa, il fatto che ogni volta che eravamo sole mi doveva dare consigli su sport o alimenti che non fossero grassi, come se io pesassi un quintale, ma non è così!
Lo ha sempre fatto, lo faceva quando avevamo un rapporto normale, continua a farlo ora che abbiamo tagliato i ponti, è questo che è strano.
Oggi, dopo ben quasi cinque mesi che non le parlo più, dopo che mi ha inviato miriadi e miriadi di sms senza risposta, dopo telefonate a vuoto, non rassegnata mi manda quest'ultimo sms:

I FIOCCHI D'AVENA, MANGIATI A COLAZIONE TI TOLGONO LA FAME PER TUTTO IL GIORNO

Bhè, credibile, detto da un'acciuga che si mangia un mandarino (con i semi) per pranzo.
La mia reazione è stata: masticazzi, lo sa che non sono a dieta e che non ho intenzione di mettermici?
Ma soprattutto, dopo quello che mi ha fatto (e vi giuro che mi ha fatto una cosa molto brutta, anche se preferisco sempre lasciare da parte i pensieri negativi e dedicarmi alle cose più belle della vita) invece che scusarsi, è ancora il mio peso la sua unica preoccupazione?
E poi chi mai gliel'aveva chiesto?
Per protesta, a colazione mi sono mangiata la Nutella con le fette biscottate.
Io decido come voglio essere, e sono bella così, quindi che si fottano i consigli di mamma e che si fottano tutti quelli che mi vogliono dire come devo diventare.
Ah, pensare che tra due giorni ho ventitrè anni, e ho le stesse grane di quando ne avevo sedici.
Certe cose non cambiano mai.

lunedì 12 gennaio 2015

MACHISSENEFREGA

Il bello di un blog è che come un diario quello rimane lì ad aspettarti, ricordandoti tutte le cose che avevi dentro l'ultima volta che vi hai scritto anche solo due righe.
E' passato molto tempo dall'ultima volta che ho scritto una pagina di questo diario, quasi un anno.
Mi piacerebbe dire che sono cambiate molte cose da allora, ma grazie a Dio non è così.
O meglio, sempre grazie a Dio sono cambiate milioni e milioni di cose nella mia vita ma io sono sempre la stessa.
Sono sempre single,
Sono sempre morbidamente cicciotta.
Sono tutt'ora una lavoratrice precaria.
Sono tutt'ora contenta di entrambe le prime due affermazioni.
Macchissenefrega del brutto della vita e delle cose che mi sono successe.
Macchissenefrega se non è facile, se non lo è stato e non lo sarà mai.
LA VITA E' BELLA.
(Ma io di più).