sabato 22 febbraio 2014

Il sabato mattina al cup

Dopo quasi un'ora di attesa veramente spallante al cup, affollatissimo di sabato mattina, dopo aver contato tutte le mattonelle del pavimento, dopo aver visto passare circa un migliaio di persone... Ecco che arriva lei.
Bhè mi stavo quasi preoccupando, era impossibile che sia una volta che vado dal dottore, o alle poste, o al cup, non ci sia una "Lei", come la chiamerebbe una mia collega romana "Er signorone" della situazione.
Tutti la riconosciamo appena entra: occhiali da sole griffatissimi, stivaletto di pelle con il tacco a spillo e la borsa coordinata (de sabato mattina come de mercoledì pomeriggio, n'è l'orario o il giorno che cambiano qualcosa) , jeans firmato, capello fatto dal parrucchiere... e qualcosa di dubbia naturalezza: che siano le tette, le labbra, o gli zigomi, il signorone ha sempre qualcosa di rifatto o ritoccato.
Eccola, la vedo entrare magnificamente truccata e in equilibrio su quelle scarpe che sfidano le leggi di gravità, e già so che dirà qualcosa o farà qualcosa che mi farà cadere le braccia.
Che si tratti dell'ultimo trattamento costosissimo che ha provato per il suo viso, o di qualche impegno lavorativo di suo marito a Dubai, il signorone trova sempre qualcuno a cui raccontare le sue peripezie, sfregiando la miseria come se non ci fosse la fame nel mondo.
"Ma guardi signora, ho speso cento euro a seduta, ma poi in quell'angolino dell'occhio quella rughetta non si vedeva più!"
oppure:
"Io ero senza parole, l'azienda, un gruppo di pezzenti guardi, gli diede una camera in un hotel a tre stelle! Ho detto a mio marito che la prossima volta lo deve pagare da sé l'albergo, se dove lavora non hanno un pò di decenza!"
Questa volta si guarda intorno, prende un numero, imbroncia le labbra snaturatamente gonfie e scuotendo i capelli di piega fresca, chiedendo:
"Siete tutti qui per il ritiro delle analisi?" il suo tono è aristocratico e ingenuo, come se fosse la prima volta che vede tante donne in tuta messe insieme, come se non sapesse che esistono le tute, o le persone che indossano tute, o le persone che non sono miliardarie.
Per un attimo tacciamo tutti, e ci guardiamo sbigottiti, poi la coraggiosa irritata di turno, le risponde:
"No, ma la fila la deve lo stesso... Signora!"
Un appello a tutti i signoroni che sono all'ascolto: siete belle, siete ricche (oppure vostro marito è ricco) e noi per questo vi invidiamo, credeteci... Ma smettete di tentare di saltare la fila, perchè i soldi non comprano tutto, la bellezza nemmeno.
E fatela 'st'oretta de fila al cup, tanto dal parrucchiere ci siete già state!
Buon sabato a tutti!

giovedì 6 febbraio 2014

CAMBIARE SENZA VOLERLO

Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento.
Ecco a voi il mio primo post esistenziale del 2014.
Negli ultimi tempi ho notato che non sono più la stessa ragazza che ero una volta.
Non so quando o come sia avvenuto questo cambiamento, non so nemmeno se sia stato improvviso oppure graduale.
A dire la verità non me n'ero nemmeno accorta. 
E' stata un'amica, una cara ragazza che conosco da circa 10 anni, a farmelo notare.
Parlavamo dei regali di Natale e io le dissi che non mi importava niente di riceverne e che non trovavo avesse senso emozionarsi tanto. Non avevo voglia di scartare qualcosa sotto l'albero, alla mia età. Era meglio cucinare qualcosa di buono e fare un bel pranzo, secondo me. Non avevo bisogno di nulla, quindi non c'erano regali che avrei voluto, da nessuno.
"Da quando sei così menefreghista? E' triste sentirti dire così" mi chiese, con curiosità mista a stupore.
Io sono sempre stata molto solare, buona, una ragazza con un animo gentile che vedeva il buono in tutti. Semplice.
Sentirmi parlare con molto crudeltà e la voce piatta, di una festa che di solito tutti amano, l'aveva lasciata di stucco.
"Da quando sono disillusa" le ho risposto, di getto.
In quel momento ho capito che era successo qualcosa, che poi con il passare dei mesi si è rafforzato.
Non sono più quella persona tutta divertimenti e eccessi, al massimo faccio un aperitivo la domenica. Mi sono allontanata da tutto e da tutti, non mi confido con nessuno, e questo mi fa stare bene.
Vado in giro con la testa sulle spalle e non mi importa più di tutte quelle persone alle quali volevo bene: sia quelle che mi hanno ferito, sia quelle che non mi hanno fatto assolutamente nulla.
Ho una cattiveria tagliente, a volte, ma non me ne vergogno, perchè quando la tiro fuori, vuol dire che è utile.
La cosa più strana è che ora amo il silenzio, riesco a conviverci. Prima lo riempivo con voci, musica, persone, urla... Adesso non devo più contornarmi di cose, per stare tranquilla.
Per anni ho cercato me stessa, pensando che l'avrei trovata in libri zen, amori impossibili, amicizie vane.
La realtà è che la vera me stessa l'ho trovata quando meno me l'aspettavo, e sì, non è come avrei pensato...
Non è quella ragazza solare che volevo essere... Ma credo di amarla lo stesso, con tutti i suoi difetti.
Anzi, mi sento orgogliosa di riuscire, finalmente, a guardarmi allo specchio riconoscendo il volto riflesso.