giovedì 14 giugno 2012

Mentirei sei dicessi che non mi ha fatto male, quando se n'è andato.
E' stato il dolore più grande che io avessi mai sopportato.
Ma non poteva essere altrimenti, visto che faceva male anche quando c'era. Lui era il mio dolore e la mia felicità.
Prima di lui ero convinta che bisognasse essere brave ragazze, innamorarsi e dare il massimo.
E' così che sono andate le cose: il mio massimo non è bastato.
Non so se l'amavo ma so che gli volevo bene.
Tanto tanto bene. Era il mio migliore amico, poteva chiamarmi anche nel mezzo della notte, che per lui avrei fatto di tutto. Ma lo stesso non valeva per me. Mi faceva soffrire, pensava ad altre persone e io fingevo di non saperlo.
A volte si crede che l'assenza di una persona sia peggio della sua presenza. Indipendentemente dal dolore che ci provoca sapere che le cose non sono a posto, allora si chiude gli occhi, si fa finta di non vedere nulla, per non rinunciare al sogno di stare insieme.
Io ero la scelta più logica e dolce, per lui, ma non mi ha voluta. Ha scelto chi gli aveva fatto del male e chi scappava davanti ai problemi, e ora che io glieli avevo risolti, ecco che ritornava.
Da quando se n'è andato ho sofferto, ma mi sono messa il cuore in pace. Non passa giorno che non ci pensi e che non lo rivorrei qui con me, ma mi faccio forza.
Adesso non credo più che bisogna innamorarsi per forza, da sole si sta bene.
E sono sicura, dopo aver sofferto, che si fa meglio ad essere cattive ragazze, e fare solo il proprio tornaconto.
Non è quello che gli uomini fanno con noi, spesso?

domenica 10 giugno 2012

Crisi di identità...

Io sono una shoes addicted, credo che questo trapeli molto, anche dai post precedenti.
Amo letteralmente alla follia le scarpe col tacco. Di fronte alla vetrina di un negozio mi incanto con molta facilità, stregata dal paio di scarpe più belle, che spicca tra tutti gli altri del negozio. E per fortuna l'amore per le scarpe predica tutt'altro che la  monogamia, quindi non sono giudicata se ogni giorno mi innamoro di un paio diverso. Ho sempre creduto d'avere un gusto innato, di avere la meravigliosa capacità di scegliere scarpe che sono un'opera d'arte, schivando quelle cozze. Almeno fino a ieri sera.
Il mio caro amico Erre si cambiava a casa mia dopo che per tutta la giornata avevamo organizzato la festa di compleanno del nostro amico Pingu, quindi ne ho approfittato per avere un parere maschile sulla mia mise, anche perchè ero indecisa su quali scarpe indossare.
"Nessuno dei due paia, fanno schifo". E' stato come ricevere uno schiaffo in faccia. Tra tutte le scarpe che avevo nella scarpiera non c'era un paio che andasse bene con il mio vestito.
E a rincarare la dose ci si è messa anche mia sorella, a dire che le mie scarpe fanno schifo.
Per la prima volta in vita non avevo delle scarpe da mettere, e non volevo uscire.
Poi fortunatamente un paio di ballerine finite sul dimenticatoio mi hanno salvato la vita.
E sono uscita per andare alla festa con un gran dubbio: ma ho, o non ho, senso dello stile, per le mie amate scarpe? Me lo sto ancora chiedendo.
Tutto sommato, ad ogni cattiva notizia ne arriva una buona e, stamattina, provando una vecchia gonna di jeans che non mi stava più, ho notato che ora si allaccia.
Rallegriamoci di essere dimagrite, va, cara EnneN!

lunedì 4 giugno 2012

Pausa di riflessione

Mentre l'incedere lento
di questa patina grigia,
mi uccide,
sto qui e guardo
quello che non sono più.
Vivere per ascoltare
il vuoto
che fa rumore.
Il mio vuoto,
quello che nessuno mi strapperà.
Mica come il cuore.
Mica come l'anima.
Se si guarisce al dolore
si sopravvive.
Mangio,
rido,
vivo,
ma tutto è grigio.
Guardo il mio mondo
di fumo dalla finestra 
di quella stanza
da cui non esco più.
Non sono capace di amare.
Ma se ho vissuto anni senza me,
posso farcela anche senza di te.